“Songs About Music”
North Pole / Wallace
E' una vecchia conoscenza Shane de Leon, già membro della cult-band Rollerball, ma spesso coinvolto anche dalle nostre parti con escursioni musicali assortite, in combutta con formazioni come Ovo, Ronin e Vonneumann. Miss Massive Snowflake è il progetto nato qualche anno fa, uno sfogo personale e, più che altro, una faccenda strettamente familiare, visto che vedeva la partecipazione anche di moglie, figlia e nipote. Poi la cosa ha preso una piega più impegnativa ed ecco un più ampio assortimento di collaboratori, compreso il chitarrista Bill Horist e il fido Gilles, già collega nei Rollerball. Anche in questo capitolo, intitolato in maniera significativa “Songs About Music”, si coglie un'indole per lo più rilassata, la capacità di scrivere belle canzoni, senza troppi fronzoli e con un piglio non particolarmente spericolato. Le atmosfere si fanno più tradizionali rispetto al precedente cd, “Queen’s Headache”, il che consente di apprezzare le qualità compositive del musicista di Portland, che naviga con sicurezza nel pop classico, finanche romantico e passionale, con escursioni nel glam-rock e un pizzico di psichedelia e jazz. Un dischetto davvero niente male.
Guido Siliotto
E' una vecchia conoscenza Shane de Leon, già membro della cult-band Rollerball, ma spesso coinvolto anche dalle nostre parti con escursioni musicali assortite, in combutta con formazioni come Ovo, Ronin e Vonneumann. Miss Massive Snowflake è il progetto nato qualche anno fa, uno sfogo personale e, più che altro, una faccenda strettamente familiare, visto che vedeva la partecipazione anche di moglie, figlia e nipote. Poi la cosa ha preso una piega più impegnativa ed ecco un più ampio assortimento di collaboratori, compreso il chitarrista Bill Horist e il fido Gilles, già collega nei Rollerball. Anche in questo capitolo, intitolato in maniera significativa “Songs About Music”, si coglie un'indole per lo più rilassata, la capacità di scrivere belle canzoni, senza troppi fronzoli e con un piglio non particolarmente spericolato. Le atmosfere si fanno più tradizionali rispetto al precedente cd, “Queen’s Headache”, il che consente di apprezzare le qualità compositive del musicista di Portland, che naviga con sicurezza nel pop classico, finanche romantico e passionale, con escursioni nel glam-rock e un pizzico di psichedelia e jazz. Un dischetto davvero niente male.
Guido Siliotto
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