venerdì 5 novembre 2010

Father Murphy

Father Murphy
“No room for the weak”
Boring Machines
Sono unici i Father Murphy, senz'altro una tra le più interessanti formazioni del panorama italiano. La musica del trio, infatti, rifugge da facili classificazioni. Dall'esordio in chiave psichedelica, un lento ma inesorabile percorso ha condotto Federico Zanatta, Chiara Lee e Vittorio Demarin a dare sempre maggiore risalto al lato oscuro del proprio suono, al fine di definire una visione apocalittica davvero adeguata ai tempi che stiamo vivendo. C'è il folk, ma nella sua declinazione più tenebrosa, e le canzoni appaiono come una sorta di invocazione, che però, invece che al cielo, pare rivolta agli inferi. L'operazione programmatica del combo risulta piuttosto aliena rispetto agli standard del nostro rock, non stupiscono allora le frequentazioni d'oltreoceano e i tour assieme a band del calibro di Xiu Xiu e Deerhoof. Impossibile non consigliare l'ascolto di questo ep – che contiene, fra l'altro, una cover di Leonard Cohen, "There Is A War" - , con l'auspicio però che sia la chiave d'accesso al mondo dei Father Murphy.
Guido Siliotto

Stian Westerhus

Stian Westerhus
“Pitch Black Star Spangled”
Rune Grammofon
Il norvegese Stian Westerhus è senz'altro uno dei giovani chitarristi da tenere d'occhio. Sotto il prestigioso marchio Rune Grammofon, esce il suo secondo lavoro. Attivo in varie band (tra cui Puma e Jaga Jazzist), qui fa tutto da solo, mostrando una visione a dir poco radicale dell'uso della sei corde, che viene letteralmente martoriata all'insegna dell'improvvisazione pura e alla ricerca di suoni spigolosi e lancinanti, frutto di uno studio attento sull'utilizzo degli effetti, ma anche in preda all'istinto più libero. “Pitch Black Star Spangled” di sicuro non è un disco facile, a tratti drammatico e funesto, altre volte più rarefatto e meditativo. Qua e là eccessivo nei risultati, il lavoro di Westerhus è comunque assai pregevole. Da non mancare neppure l'appuntamento coi Puma, una delle formazione in cui è protagonista, anch'essa fuori con un ottimo nuovo cd, “Half Nelson Courtship” – sempre targato Rune Grammofon -, esempio di fruttuoso incontro tra free-rock, free-jazz ed elettronica, davvero consigliato.
Guido Siliotto

Bachi da pietra

Bachi da pietra
“Quarzo”
Wallace / Santeria
Dopo “Insect Tracks”, tornano i Bachi da pietra con un nuovo album di inediti. “Quarzo”, che, come l'assonanza suggerisce, è il quarto disco firmato da Bruno Dorella e Giovanni Succi, rappresenta una ulteriore tappa del percorso artistico del duo, che dimostra ancora una volta di non volersi fermare, bensì di insistere nell'ampliare gli orizzonti pur senza tradire il principio dell'assoluta essenzialità della materia di cui è fatta la propria musica. Non solo per il numero di strumenti utilizzati (chitarra e batteria), ma anche per il lavoro per sottrazione svolto da Succi nei confronti delle liriche, che vivono di una poetica assolutamente originale. Stavolta c'è un tentativo di aprirsi in maniera più evidente alla melodia, provando in qualche modo ad esporsi alla luce, anziché restare nell'oscurità. Compare un pianoforte (“Non è vero quel che dicono”, “Muta”), si tentano derive trip-hop (“Orologeria”, con tanto di campionamento da Isaac Hayes), è vero, ma attenzione: questi sono sempre i Bachi da pietra e il pop, con loro, resta qualcosa da maneggiare con cura.
Guido Siliotto

Puttin' On the Ritz

Puttin' On the Ritz
“White Light / White Heat”
Hot Cup
L'idea è già di per sé quanto meno stravagante: rifare, canzone per canzone, l'album più ostico e sperimentale dei Velvet Underground. Ma da gente come i Puttin' On the Ritz è lecito aspettarsi di tutto. Il duo, formato dall'improbabile crooner BJ Rubin e dall'istrionico batterista Kevin Shea, dopo un esordio dove spiccavano le cover di celebri classici degli anni cinquanta, stavolta si cimenta nella rilettura integrale di “White Light / White Heat” e lo fa alla grande. Chiamati attorno a sé alcuni creativi della scena newyorkese (Moppa Elliott al basso, Jon Irabagon al sax, Sam Kulik al trombone e Nate Wooley alla tromba), eccoli reinterpretare le canzoni di Reed e soci in maniera del tutto personale, cercando però di coglierne lo spirito. Un centro pieno: le chitarre sostituite coi fiati, il canto improbabile di BJ Rubin, la batteria sempre su di giri di Shea. Tra i pezzi più riusciti, senz'altro la conclusiva “Sister Ray”, che ospita all'organo Matt Mottel, compagno di Shea nei Talibam!.
Guido Siliotto

Aleksandar Zograf

Aleksandar Zograf
“Storie”
Fandango Libri / Coconino Press, pp. 176, a colori, euro 17,50
I suoi lavori più celebri, “Lettere dalla Serbia” e “Saluti dalla Serbia”, opere di grande spessore che lo lanciarono nel “graphic journalism” alla fine degli anni novanta, mentre impazzava la guerra in ex-Jugoslavia e Belgrado veniva bombardata dalla Nato. Aleksandar Zograf è oggi autore affermato, che fa del fumetto il tramite per la sua arte visionaria, attraverso la quale porre lo sguardo su piccole e grandi cose della vita con la curiosità di un bambino. “Storie” mette insieme gli appunti di viaggio raccolti in giro per il mondo, città nuove e l'incontro con persone comuni e personaggi più o meno straordinari (da fumettisti del calibro di Will Eisner a gruppi musicali misteriosi come The Residents). Da spunti a volte apparentemente banali, l'autore fa spiccare il volo alla fantasia, con esiti mai scontati. Questi brevi racconti, la produzione più recente di Zograf, sono presentati in una bella edizione a colori, che evidenzia le qualità di uno stile capace di mettere assieme il tratto da fumetto underground con una sensibilità davvero acuta.
Guido Siliotto

Francesco Cusa Skrunch

Francesco Cusa Skrunch
“Jacques Lacan - A True Musical Story”
Improvvisatore Involontario
Un disco che è anche una seduta psicanalitica? Ci prova Francesco Cusa, di nuovo in pista col suo progetto Skrunch. Con il marchio dell'etichetta da lui stesso fondata, la sempre più autorevole Improvvisatore Involontario, il batterista e percussionista catanese mette in scena un nuovo tassello nel percorso a questo punto non solo musicale della sua creatura. Il disco, dedicato allo psicanalista francese Jacques Lacan, il quale indagò a lungo sulla nozione di inconscio, si divide in due parti, “Electric” e “Vocal”, con i medesimi brani visti sotto due diverse prospettive, versione strumentale e cantata. Prosegue così al meglio l'indagine sull'incontro / scontro fra jazz e rock, ormai una costante per le musiche targate Skrunch. Accanto a Cusa, autore delle composizioni, ci sono Dario De Filippo (percussioni), Piero Bittolo Bon (sax alto), Beppe Scardino (sax baritono), Carlo Natoli e Paolo Sorge (chitarra) nella prima parte, mentre nella seconda compaiono, oltre Giacomo Ancillotto alla chitarra, anche Marta Raviglia e Gaia Mattiuzzi alla voce.
Guido Siliotto

Carl Oesterhelt & Johannes Enders

Carl Oesterhelt & Johannes Enders
“Divertimento Für Tenorsaxophon Und Kleines Ensemble”
Alien Transistor
Per l'etichetta con base a Monaco fondata nel 2003 da Micha e Markus Acher (meglio noti per la militanza in The Notwist), già scuderia di Console, 13&God e Chronomad, esce ora un nuovo album realizzato da una coppia di musicisti non proprio inedita. Alien Transistor dà infatti alle stampe il frutto della nuova collaborazione tra il polistrumentista Carl Oesterhelt e il sassofonista Johannes Enders, già compagni d'avventura nei Tied & Tickled Trio. Per chi ha una certa dimestichezza col post-rock anni novanta e con le varie commistioni tra jazz, rock ed elettronica, si tratta di nomi che rappresentano una buona garanzia di qualità. E infatti anche questo “Divertimento Für Tenorsaxophon Und Kleines Ensemble” non delude affatto le aspettative. Come d'abitudine, nonostante il titolo altisonante e pur non proponendo i due musicisti nulla di nuovo né di particolarmente spericolato, si tratta di una godibilissima raccolta di brani di media lunghezza dove il jazz è abilmente sporcato con le più svariate suggestioni.
Guido Siliotto

Gianni Marchetti

Gianni Marchetti
“Il mio Piero Ciampi”
Coniglio, pp. 112 + cd, euro 32
Dal più stretto collaboratore di Piero Ciampi arriva una preziosa testimonianza dopo tanti anni di silenzio.
Gianni Marchetti, l’autore delle musiche della gran parte delle canzoni del poeta livornese, finalmente decide di mettere nero su bianco il resoconto di oltre dieci anni di vita artistica in comune e di grande e sincera amicizia. Tutt'altro che una biografia, bensì il ritratto di un artista unico, difficile, straordinario.
Nel cd allegato, tra l'altro, alcuni testi inediti musicati e arrangiati da Marchetti e affidati alla voce di Assia, altri brani in versione strumentale e il provino di “Due”. Ancora un tassello imprescindibile per tenere viva la figura del grande Piero Ciampi.
Guido Siliotto

Andrea Marutti & Fausto Balbo

Andrea Marutti & Fausto Balbo
“Detrimental Dialogue”
Afe / Fratto9 Under The Sky / Boring Machines
Non poteva che dare buoni frutti l'incontro tra Andrea Marutti e Fausto Balbo, due musicisti da tempo tra gli esponenti più in vista della nostra musica elettronica di ricerca, già autori anche in passato di ottime prove. Il percorso che ha condotto alla realizzazione di “Detrimental Dialogue” parte da lontano: registrati a quattro mani e poi elaborati in separata sede tra il 2007 e il 2009, i brani dell'album sono stati poi ridefiniti in una lunga sessione di mixaggio collettivo effettuata con macchine rigorosamente analogiche nello studio di Balbo. Il risultato è un'opera dal taglio sperimentale divisa in quattro lunghe tracce dove confluisce tutto il bagaglio dei due autori, una sorta di viaggio cinematico che risente in positivo della strumentazione vintage e accompagna l'ascolto in una possibile definizione di ambient perennemente disturbata. La copertina, col suo immaginario sci-fi d'annata, ben suggerisce una plausibile prospettiva per uno dei dischi più intriganti tra quelli in cui ci siamo imbattuti di recente.
Guido Siliotto

Carillon Del Dolore / Petali Del Cariglione

Carillon Del Dolore / Petali Del Cariglione
"Al Nostro Contempo"
Contempo/Spittle
Uscita imperdibile per gli amanti del dark italiano d'annata. Il sodalizio tra le due etichette fiorentine Contempo e Spittle consente il recupero di due importanti dischi del rock tricolore: in uno sfizioso cofanetto, intitolato “Al Nostro Contempo”, ecco la versione in compact disc dei due vinili usciti negli anni ottanta proprio su Contempo firmati l'uno Carillon del Dolore e l'altro Petali del Cariglione, vale a dire la formazione romana tra i principali alfieri della new-wave nel nostro paese. “Trasfigurazione” è una delle vette della band, disco assai cupo, pieno di riferimenti all'erotismo estremo e alle passioni più esiziali, viaggio negli inferi che non ha perso il suo fascino ancora oggi. Il secondo cd contenuto in questo bel box – con all'interno un libretto di 36 pagine con foto, note e una breve intervista - contiene “Capitolo IV”, album di commiato caratterizzato dalla produzione di Valor dei Christian Death, che segna il cambio di formazione, di nome e, in parte, di sonorità, virando in qualche modo verso la psichedelia, tentando di trovare una diversa dinamica delle canzoni e nuove strade.
Guido Siliotto

X

AA.VV.
“X”
Comma 22, pagg. 352, a colori, euro 22
Col primo segno ti lascia solo un avvertimento, col secondo non hai più scampo. X è il giustiziere della notte di Arcadia, la metropoli che rappresenta le grandi città di tutto il mondo, dove domina la corruzione, dove i politici fanno affari con la malavita e nessuno può scagliare la prima pietra perchè nessuno è innocente. X, col suo costume nero e il mantello rosso sangue, vigila a modo suo, seguendo una propria morale, applicando la propria legge. Un eroe atipico, che non ha pietà per le sue vittime, una volta che ha emesso la condanna a morte. Un fumetto che arriva dalla mente di Mike Richardson, fondatore della storica e gloriosa casa editrice statunitense Dark Horse, sviluppato da diversi autori che si sono avvicendati alle storie e ai disegni nel corso del tempo. Comma 22 propone ora il primo volume tutto a colori di una raccolta completa degli albi fin qui pubblicati, a dir poco imperdibile per ogni autentico appassionato del fumetto noir, tavole dove tutto è all'insegna dell'adrenalina, del sangue e della violenza.
Guido Siliotto

Mice Parade

Mice Parade
“What It Means To Be Left-Handed”
Fat Cat
Arriva al settimo album la creatura di Adam Pierce, fiore all'occhiello in casa Fat Cat. “What It Means To Be Left-Handed” è il nuovo cd targato Mice Parade in oltre dieci anni di attività, periodo in cui la band ha conservato ottime credenziali grazie alla sempre buona qualità dei suoi lavori. E non fa eccezione neppure questa ultima raccolta, tredici canzoni (compresa “Mallo Cup”, cover dei Lemonheads), che, come è d'abitudine, spaziano nel panorama pop senza una bussola che costringa a mantenere salda la rotta, ma col gusto un po' artigianale di mescolare le carte, a volte in maniera fin troppo libera, tanto da rischiare lo spaesamento in chi ascolta. Se, dunque, è inutile cercare per Mice Parade un vero genere di riferimento, ma occorre citare indie-pop, folk, musica etnica, jazz e quant'altro, ciò che soccorre il recensore nel dare un giudizio è la indiscutibile bellezza delle canzoni ivi contenute, che sono il frutto di un viaggio musicale che va dall'Africa al Brasile fino al mediterraneo, conservando intatto gusto e poetica.
Guido Siliotto

Very Short Shorts

Very Short Shorts
"Background music for bank robberies"
Bar La Muerte
Suggeriscono forse troppo la copertina e il titolo del cd firmato Very Short Shorts, trio italo-francese di base a Berlino. Le colonne sonore per rapine in banca perpetrate da Stefan Manca (piano), Stefano Roveda (violino) e Jeremy Thòma (batteria), con tanto di passamontagna ben calato sul volto, rimandano subito alle musiche dei poliziotteschi anni settanta, oggi rispolverate, amate e idolatrate. Se dunque questo sembra essere l'immaginario di partenza, non ci si attenda però all'ascolto la riproposizione di melodie già sentite. Il progetto appare infatti del tutto originale e le composizioni e le interpretazioni risultano qualitativamente molto buone. Se l'approccio del trio è dichiaratamente punk-rock, la strumentazione dal canto suo non può che allontanare da esiti scontati e avvicinare inevitabilmente al jazz. Grintosi e romantici al punto giusto, giovani ma con le idee chiare.
Guido Siliotto

Pierfrancesco Pacoda

Pierfrancesco Pacoda

"New Wave: la scena post-punk inglese 1978 1982"
NdA Press, pp. 144, euro 14,50
Dopo il monumentale saggio di Simon Reynolds, ben poco c'è da aggiungere sull'argomento post-punk. Il volume curato dal giornalista Pierfrancesco Pacoda non prova neppure a porsi come ennesima trattazione enciclopedica, è piuttosto un'agile guida che trova il proprio punto di forza nelle interviste ad alcuni esponenti del movimento musicale, che, seppure collocato tra la fine degli anni settanta e l'inizio del decennio successivo, continua ad influenzare in maniera significativa anche il rock odierno. Rispondono all'appello – tra gli altri - Killing Joke, Glaxo Babies, Raincoats, The Ruts e Robert Wyatt. C'è anche una discografia essenziale illustrata e la traduzione di alcune liriche tra le più significative del periodo.
Guido Siliotto

Japan Files

AA.VV.
“Japan Files”
Jacobelli, euro 12,50
Che gli appassionati di manga (fumetti) e anime (cartoni animati) si facciano sotto. Con “Japan Files” troveranno infatti pane per i loro denti. Si tratta di una collana di monografie dedicata alla ricchissima produzione giapponese, sempre più amata nel nostro paese. Cinque i volumi pubblicati finora, dedicati ad alcuni nomi che rappresentano dei punti fermi per qualsiasi appassionato: dal robot Gundam al giovane ninja Naruto, da Death Note a Ken il guerriero, fino all'arte di Ai Yazawa (l'autore di Nana), si tratta di storie e personaggi che offrono parecchi spunti di analisi e approfondimento. Il lavoro degli autori dei vari saggi è molto approfondito, curato nei dettagli e a prova di fans. Il corredo di illustrazioni è davvero ricchissimo e ogni volume contiene un ampio spazio dedicato agli aspetti collaterali, dalla musica al collezionismo e alle più disparate curiosità, fino ad una indagine sul sempre crescente fenomeno cosplayer.
Guido Siliotto

Lontano. Homage to Giacinto Scelsi

AA.VV.
“Lontano. Homage to Giacinto Scelsi”
ST Produzioni Sonore
Una lista lunga così di musicisti chiamati ad omaggiare Giacinto Scelsi, il compositore spezzino considerato uno dei padri della musica elettronica sperimentale. “Lontano. Homage to Giacinto Scelsi” è il titolo del cd (recentemente ristampato in edizione limitata), un progetto curato dal musicista Stefano Tedesco – spezzino pure lui, ma è di casa anche a Londra – il quale ha pensato bene di coinvolgere alcuni amici più o meno altolocati, con alcuni dei quali ha collaborato nei vari ensemble che lo vedono coinvolto, e ha chiesto loro di realizzare appositamente un brano in qualche modo ispirato al maestro della musica microtonale. Sebastien Roux e Eddie Ladoire, Rafael Toral, Elio Martusciello, David Toop, Skoltz e Kolgen, Scanner, KK Null, Alvin Curran, Efzeg, Eddie Prevost e John Butcher, Lawrence English, Olivia Block, Rhodri Davies e Joe Williamson insieme allo stesso Stefano Tedesco – in rigoroso ordine di apparizione - hanno lavorato, ciascuno con la propria sensibilità, con risultati davvero pregevoli.
Guido Siliotto