sabato 20 ottobre 2012

Fausto Rossi

Fausto Rossi
“Blank Times”
Interbeat
Non chiamatelo Faust’O, non ve lo perdonerebbe. Quegli anni sono andati e lui, ora, è solo Fausto Rossi, ma il culto nei confronti di uno degli artisti più preziosi del rock italiano rimane intatto e ogni suo disco è atteso con trepidazione.
Con questo nuovo cd, “Blank Times” abbandona la presa di posizione estrema del disco precedente (dove “uccideva” le canzoni con un insopportabile feedback) e si propone con una manciata di ottimi brani venati di blues, con liriche in italiano e in inglese dove prevale un’osservazione amara sui condizionamenti della società e le difficoltà a rimanere liberi ("Scende il Cristo dalla croce / dice - et voilà, non esiste Dio / Ah! Ah! Ah!").
Un’opera, al solito, di grande intensità.
Guido Siliotto



Hoquets

Hoquets
“Belgotronics”
Crammed Discs
C’erano un francese, un belga e un americano… No, non è una barzelletta, tutt’altro: sono gli Hoquets, una delle più fresche proposte arrivate di recente dall’etichetta belga Crammed Discs. Suonano strumenti che si costruiscono da soli, che poi tentano di vendere ai concerti, e si ispirano in egual misura ai ritmi dell’Africa come al punk-funk più ballabile. Il loro album d’esordio si chiama “Belgotronics” e se questo fosse un mondo perfetto il cd girerebbe nelle autoradio di chiunque, accompagnando le gite al mare. Ironici e divertenti, provano persino a proporre un ballo, lo “Chaud Boulet”, con tanto di mosse spiegate nel libretto interno del cd. Davvero irresistibile.
Guido Siliotto

venerdì 19 ottobre 2012

Matteo Guarnaccia / Giulia Pivetta

Matteo Guarnaccia / Giulia Pivetta
"Dreamers & Dissenters. Viaggio Illustrato Tra Le Mode Degli Anni Sessanta"
Vololibero, pp. 140, euro 20
L'idea è davvero intrigante: raccontare gli anni Sessanta attraverso una serie di tavole disegnate, all'interno delle quali inserire brevi didascalie per descrivere i fatti più rilevanti, ma anche quelli più effimeri o le semplici curiosità. È venuta a Matteo Guarnaccia, attento osservatore della realtà, da sempre inserito in contesti artistici, letterari e di costume, insieme alla giovane collaboratrice Giulia Pivetta. In "Dreamers & Dissenters. Viaggio illustrato tra le mode degli anni Sessanta" questo magico decennio non è un periodo di tempo, ma un luogo da visitare e indagare. L'attenzione si posa sui fatti epocali, quelli che hanno cambiato il mondo, come lo sbarco sulla Luna, la guerra in Vietnam, il trapianto di cuore, ma anche su quelli legati al costume, dalla moda alla pubblicità, dalle riviste ai miti del cinema e della musica. Le didascalie inserite fra i disegni suggeriscono una chiave di lettura mai retorica, anzi sempre leggera e ironica. Colpisce la qualità dei disegni, accuratissima nel descrivere vestiti, tendenze, tic e atmosfere di un periodo che appare oggi, in tempi in cui la fantasia trova sempre più con difficoltà lo spazio per liberarsi, davvero irripetibile.
Guido Siliotto

Andrea Bruno / Vasco Brondi

Andrea Bruno / Vasco Brondi
"Come Le Strisce Che Lasciano Gli Aerei"
Coconino Press, pp. 96, euro 16
Tre personaggi che si muovono in una città cupa e fredda e in un'Italia che non sa dare un futuro - ma neppure un presente - ai propri ragazzi e a quanti arrivano con la speranza di trovare qualcosa di diverso, un'opportunità. Lei è Micol, capelli rossi, pony-express, poi c'è Rashid, immigrato nordafricano con la maglia della nazionale italiana e infine Rico, ladro di rame. Punto d'incontro uno squallido phone center, ma anche stanze in affitto, case occupate, una rivendita di kebab, mentre in cielo gli aerei lasciano una scia che testimonia l'ansia di muoversi e invita a partire, andare lontano. "Con tutto il casino che io ho fatto per arrivare qui, tu te ne vai?" dice Rashid a Micol quando lei gli annuncia l'intenzione di provare una via di fuga. C'è la pioggia, c'è la droga, c'è la polizia e c'è perfino il tentativo di un amore che però fallisce perchè è persino difficile trovare un posto dove stare insieme a leggere "I sotterranei" di Kerouac. "Come le strisce che lasciano gli aerei" (Coconino Press, pp. 96, euro 16) è una storia raccontata con dialoghi scarni, ma incisivi, da Vasco Brondi, cantore dei ventenni come Le luci della centrale elettrica (la copertina del suo primo album era un disegno di Gipi), e il bravo Andrea Bruno, talentuoso disegnatore tra i fondatori di Canicola, che utilizza il colore per macchiare il grigiore della città e degli interni, così come i volti dei protagonisti.
Guido Siliotto

domenica 7 ottobre 2012

Uggeri / Giannico / Mauri

Uggeri / Giannico / Mauri
“Pagetos”
Boring Machines
La copertina, così come i titoli delle sei tracce ivi contenute, è persino fin troppo esplicita e in qualche modo condiziona l’ascolto della nuova opera firmata da Matteo Uggeri (tromba e batteria), Francesco Giannico (piano) e Luca Mauri (chitarra), ultimo capitolo della quadrilogia “Between The Elements”. Il dettaglio di un paesaggio innevato fa da sfondo alle sonorità di “Pagetos”, uno scenario che si materializza grazie alle pennellate dei musicisti, frutto d’improvvisazione. Una prova convincente per il trio, capace di realizzare quaranta minuti di musica sperimentale, ma assai evocativa, anche grazie all’aiuto di Franz Krostopovic al violino e Andrea Serrapiglio ai campionamenti.
Guido Siliotto



MAGIMC

MAGIMC
“Polishing The Mirror”
Amirani
L’instancabile etichetta discografica Amirani guidata da Gianni Mimmo offre ancora un’altra occasione per gli amanti della musica improvvisata di gustare i frutti dell’incontro di tre bravi musicisti la cui unica legge è assecondare l’ispirazione del momento nell’interagire reciprocamente. Il nome del progeto è MAGIMC, dalle iniziali degli artisti coinvolti: Edoardo Marraffa al sax, Thollem McDonas al pianoforte e Stefano Giust alla batteria. La musica contenuta in “Polishing The Mirror”, registrata dal vivo a Bologna, è energica e vitalissima, a tratti davvero entusiasmante. Senz’altro una delle uscite migliori nel comunque prezioso catalogo di Amirani.
Guido Siliotto



Franco Zanetti

Franco Zanetti
"Il libro bianco dei Beatles. La storia e le storie di tutte le canzoni"
Giunti, pp. 416, euro 19,90
È passato mezzo secolo dall'uscita del primo album dei Beatles "Love Me Do" (pubblicato il 5 ottobre 1962) e, mentre nelle sale è tornato, solo per un giorno, "Magical Mystery Tour", per festeggiare ecco in libreria un bel volume che prende il titolo parafrasando uno dei loro capolavori: "Il libro bianco dei Beatles. La storia e le storie di tutte le canzoni". L'autore è Franco Zanetti, firma storica del giornalismo musicale italiano e già curatore della versione italiana del fondamentale "Revolution in the head" di Ian MacDonald. Senza l'ambizione di essere così completo, è proprio a quell'opera che si ispira il lavoro di Zanetti, che è però partito dalla volontà di non inserire nel testo alcuna valutazione critica, ma solo di raccontare la genesi di ogni brano dei Fab Four. Per farlo ha messo insieme innumerevoli aneddoti, confrontato le tante fonti a disposizione e ha arricchito il testo con dichiarazioni dei protagonisti e testimonianze dei loro più stretti collaboratori. Ne viene fuori un quadro ricco di spunti e notizie, davvero intrigante per chi adora il quartetto di Liverpool e utile per i più esperti soprattutto quando si prende la briga di risolvere qualche piccolo mistero generato da fonti discordanti.
Guido Siliotto



Stefano Testa

Stefano Testa
"Il silenzio del mondo"
Snowdonia
Un ritorno sulle scene dopo ben 35 anni di silenzio è cosa a dir poco inconsueta. È il caso di Stefano Testa, autore nel '77 di un unico album che è ormai culto per gli amanti del prog, che ha continuato in privato a coltivare la propria passione per la musica e si ripropone ora con le nuove canzoni contenute nel cd "Il silenzio del mondo", pubblicato da Snowdonia - che già ci offrì il ritorno di Andrea Tich. Un disco che sorprende per la sua freschezza, un pop d'autore dagli arrangiamenti schietti e liriche intelligenti, che, senza ammiccare in alcun mdo alle logiche del mercato, si lascia apprezzare soprattutto per la sua sincerità. Splendida veste grafica tra icone sacre, Marx, Lenin e Mao.
Guido Siliotto

Franco Micalizzi

Franco Micalizzi
"Veleno"
New Music Company
Franco Micalizzi è stato uno dei più grandi autori di colonne sonore negli anni settanta e il suo nome è legato in maniera indissolubile al poliziottesco, un genere da tempo rivalutato sulla spinta del successo dei film di Quentin Tarantino, autentico cultore di quella stagione del nostro cinema. Mettere assieme jazz e funk a sparatorie e inseguimenti d’auto ha proprio in Micalizzi uno dei principali fautori e certe musiche da lui composte sono ormai dei classici. Graditissimo il suo ritorno, allora, a capo della Big Bubbling Band, con un cd, “Veleno” (New Music Company) dedicato dal Maestro “a tutti quelli che amano la mia pulp music”. Insomma, se queste sonorità sono tornate di moda e ci sono tanti artisti che ad esse si rifanno, da quelli che le utilizzano nei campionamenti a band come i Calibro 35 che le omaggiano, seppure con grande personalità, perché non dare credito a uno dei pionieri? E c’è da dire che il disco è davvero ottimo, freschissimo, con molti guizzi, pur restando legato alle regole di un sound che richiama tutto un immaginario ormai irremovibile. Basta lasciarsi andare al ritmo irresistibile del brano eponimo, ad esempio, così come delle altre nove tracce inedite, oltre alla “Flute Sequence” tratta dal film “Chi sei?”.

Guido Siliotto



venerdì 18 maggio 2012

Alexander Robotnick

Con brani come “Problèmes d’amour” è uno dei padri del versante più underground dell’italo-disco che impazzò negli anni ottanta, ma anche raffinato produttore ambient e molto altro: il fiorentino Alexander Robotnick (alias Maurizio Dami) continua a fare il dj in giro per il mondo e a produrre buona musica.
Di cosa ti stai occupando in questo periodo?
Principalmente di due cose. Anzi tutto i "Robotnick's Archives": Ogni mese pubblico un EP digitale di brani inediti recuperati dai miei archivi trentennali. Tutto il materiale viene sottoposto ad un nuovo missaggio. E poi The Analog Session, il progetto di Alexander Robotnick e Ludus Pinsky basato sull'improvvisazione elettronica eseguita su synths analogici vintage. Abbiamo appena finito una nuova sessione. Nuovi video appariranno su Youtube entro l'estate. Il nuovo album è per settembre prossimo.
Che dischi stai ascoltando in questo periodo?
Sto ascoltando e suonando nei miei dj-set materiale di giovani produttori New Disco (o Nu-Disco, se preferite) come Heion, The Robot Scientists, Lukatron, Avanti, Things Happen e molti altri. La loro musica non è una novità assoluta, però è fresca, la puoi ballare ma anche ascoltare.
Cosa deve avere un disco per conquistarti?
Deve avere qualcosa che non conosco già, cosa piuttosto difficile data la mia età e il periodo che stiamo vivendo, non troppo creativo.
Come avviene il tuo rifornimento di musica?
Compro dai 10 ai 20 brani al mese. Da qualche anno li compro/scarico da internet. Lo faccio perchè è più pratico, perdo meno tempo e non rischio di farmi sfuggire qualcosa di importante. I negozi di dischi orientati sul DJ service sono diminuiti drasticamente in favore di quelli per collezionisti (cosa che io non sono).
Ma cos'è meglio: cd, vinile o mp3?
A mio parere nessuno dei tre ha un vero futuro. Il futuro sarà probabilmente il cloud. Se sei sempre collegato non c'è più ragione di scaricare la musica sul tuo hard-disk. Il vinile poi sta diventando una merce di lusso, molto richiesta in questo momento più per il gusto di possedere un oggetto esclusivo che per il suo uso pratico. Un po' come è successo per gli orologi. Non c'è più nessuna ragione pratica per indossare un orologio meccanico al polso, ma i rolex vanno ancora a ruba. Il CD è il più disprezzato oggi, ma a mio parere è tuttora un supporto valido: è pratico, forse un po' ingombrante ma non troppo ed è comunque un oggetto materiale che in teoria puoi rivendere, al contrario degli mp3. Ma non usatelo in macchina: il cambio di CD è causa di incidenti stradali.
Qual è il disco che ti porteresti su un'isola deserta?
Ahi ahi, questa è la domanda che non amo. Un cofanetto con le opere di Wagner, per qualche mese sono a posto poi spero vengano a salvarmi.
E nella sala d'aspetto del dentista?
Musica classica indiana, come Hariprasad Chaurasia o Bhimsen Joshi.
Guido Siliotto

lunedì 14 maggio 2012

Prince

Prince
"Husney's: A Work In Progress"
Cosmic
Si tratta di materiale già noto da tempo ai fan di Prince, cose registrate nel lontano 1977 dal musicista di Minneapolis assieme a due amici e collaboratori della prima ora, il batterista Bobby Z. e André Cymone al basso. Ciò che colpisce, stavolta, è la qualità del suono, davvero straordinaria. La musica contenuta nel cd, un pugno di strumentali senza titolo suonati con convinzione dai tre allora giovanissimi, fa pensare ad appunti per canzoni ancora in divenire, sulle quali probabilmente Prince, qui impegnato alle tastiere, avrebbe poi inserito le parti vocali. Tutto si muove in ambito funky-jazz, black music in perfetto stile fine anni settanta, ancora lontana dai picchi a cui Prince sarebbe stato capace di arrivare in seguito e che già con il primo Lp ufficiale "For You" daranno un'idea del genio al lavoro. Musica piacevole, comunque, dal valore storico ovviamente incommensurabile. Il titolo della compilation, infine, rende onore a Owen Husney, il primo manager di Prince, negli studi del quale i brani furono registrati. Un grazie a Cosmic Records, che rende disponibile questo materiale ora facilmente reperibile gratuitamente in Rete.
Guido Siliotto

lunedì 7 maggio 2012

Javier Girotto

Il sassofonista e compositore argentino Javier Girotto è un musicista curioso, capace di spaziare a 360 gradi dal jazz alla classica, senza scordare la musica tradizionale del suo paese. Tra i suoi ultimi dischi ricordiamo “Iguazù”, in coppia con Luciano Biondini, e il più recente “Alrededores De La Ausencia”, pubblicato dalla sua etichetta personale JG.
Cosa stai ascoltando in questo periodo?
Debussy, Guastavino e Ravel, perché sto preparando un lavoro basato sulla musica classica, ma molto spesso anche Carlos Aguirre, un magnifico compositore che consiglio a tutti, anche se è un po' difficile trovare i suoi lavori. Un artista con la “A” maiuscola, capace di padroneggiare la cultura musicale argentina, il jazz, la classica.
Cosa deve avere un disco per conquistarti?
Belle composizioni, tanta musicalità e poesia, mentre i dischi dove prevale la tecnica quasi mai mi catturano.
Compri molti dischi?
Ho comperato tanto e ho ancora tanto da ascoltare, scoprire ed assimilare, fra jazz, classica, folk, tango e musiche del mondo.
Meglio cd, vinile o mp3?
Dicono vinile, ma per uno come me che è sempre in viaggio, meglio gli mp3 nell'iPod e i cd in macchina.
Ti piace scoprire le novità o preferisci restare sui classici?
I classici già li conosco e ogni tanto torno ad ascoltarli, ma le novità rinfrescano e stimolano le idee.
Qual è il disco che porteresti su un'isola deserta?
"You Must Believe In Spring" di Bill Evans.
E nella sala d'aspetto del dentista?
"My Song" di Keith Jarrett.
Guido Siliotto

...A Toys Orchestra


È un gran bel momento per gli …A Toys Orchestra, con un cd antologico in uscita (“An Introduction To… A Toys Orchestra”) e la partecipazione alla nuova trasmissione di Fabio Volo in onda su Rai Tre, senza scordare la partecipazione al concertone romano del Primo Maggio. Insomma, dopo aver tanto seminato, è il momento di raccogliere i saporiti frutti per la band di Enzo Moretto (voce e chitarra), il quale volentieri risponde alle nostre domande.
Che disco stai ascoltando in questo periodo?
Sono completamente in fissa per Betty Davis (la cantante soul già moglie di Miles Davis. NdR). Ascolto tutta la sua discografia e non riesco a trovare una canzone che non mi piaccia. È un’artista che consiglio a tutti.
Cosa deve avere un disco per conquistarti?
Anzitutto non mi frega niente di quanto figo sia quel suono o quella registrazione, o ancor meno se quel gruppo o artista sia sperimentale o alternativo. Un buon disco abbatte qualunque regola e pregiudizio. E' un processo alchemico, anche se non sempre abbiamo l'onestà intellettuale per confessarlo a noi stessi. Ad esempio, perchè il medio ascoltatore di musica alternativa non ammetterà mai che “Beautiful” di Cristina Aguilera è una grande canzone?
Compri molti dischi oppure li scarichi da Internet?
Amo il vinile. Ho scaricato pochissima musica in vita mia: è tutto un meccanismo che non mi rapisce. Odio ascoltare musica dal computer o con le cuffiette, tanto che non ho neanche mai avuto un lettore mp3. E ancora di più odio i cd masterizzati. Ogni tanto mi capita di cercare qualcosa su Youtube, ma solo per informarmi.
Ti piace scoprire le novità o preferisci restare sui classici?
Ovviamente amo scoprire le novità. Quando viene fuori qualche bella nuova realtà è sempre una gran boccata d'ossigeno. Ma il passato è talmente ingombrante, che esso stesso è continuamente novità.
Qual è il disco che ti porteresti su un'isola deserta?
Nessuno. Dubito che su un'isola deserta ci sia la corrente elettrica.
E nella sala d'aspetto del dentista?
Beh... i Morphine, per ovvi motivi.
Guido Siliotto

mercoledì 4 aprile 2012

Torino Hardcore

Andrea Spinelli
"Torino Hardcore"
DVD + CD
Torino, anni novanta. Non c'è internet, non ci sono i cellulari. Un gruppo di ragazzi ha voglia di fare, suonare. Dopo quella gloriosa del decennio precedente (Nerorgasmo, Negazione, Panico, Declino), si impone una nuova scena hardcore che presto conquisterà il mondo con la sola forza della musica e con tanta intraprendenza. “Volevamo solo suonare”, dicono gli ex ragazzi di allora nel documentario girato da Andrea Spinelli, che rievoca quella stagione entusiasmante. Testimonianze dei protagonisti, brevi spezzoni di concerti tra sudore, folla in delirio, stage-diving, amplificatori scassati, e poi la riproduzione di foto e manifesti d'epoca. Ma c'è anche un divertito e malinconico pellegrinaggio nei luoghi della città che hanno visto nascere e fiorire tutto, i centri sociali tra i quali spicca El Paso. Tanti i musicisti coinvolti nella ricostruzione dei fatti, band come Crunch, Church of Violence, Frammenti, Fichissimi, Rotten Brain, Macello Comunale, Mucopus, Belli Cosi, Arturo. Oltre ad essere un video che farà la gioia dei fan della prima ora, si tratta di istruttivo viaggio anche per chi non c'era. Un pizzico di retorica c'è (non era possibile evitarla!), ma i concetti che passano sono quelli giusti: solo da un clima opprimente può nascere la sana creatività e poi è inutile, dannoso e puerile piangersi addosso: bisogna rimboccarsi le maniche e mettersi a fare qualcosa. Ce l'hanno fatta loro quando ancora non c'erano i social network e bisognava mettersi al telefono o mandare le lettere per organizzare date non solo in Italia, ma anche all'estero. Poi ci si metteva in macchina e “si facevano anche 1000 chilometri per 75mila lire!”, oppure si sbagliava data e allora c'era sempre qualcuno che ti dava una mano, squattrinati ma disponibili. Tutto senza pose e vestiti da fighetti, ma con l'idea di non rendere conto a nessuno, se non a se stessi.
Guido Siliotto

martedì 20 marzo 2012

Paolo Benvegnù

Che disco stai ascoltando in questo periodo?
Non sto ascoltando nessun disco in particolare, ora come ora. Del resto non sono un grande acquirente di dischi e mi capita di ascoltare nella maggior parte dei casi quelli che mi vengono regalati da altri musicisti, cioè i loro dischi, e per lo più ho la fortuna di trovarli molto interessanti. In realtà, devo confessare che sono più un lettore di libri, piuttosto che un ascoltatore di musica. E quando leggo, sento il silenzio.
In genere preferisci i classici o le novità?
Non faccio una distinzione tra classici e novità, semplicemente perché ascolto la musica da un'altra prospettiva. Voglio dire, quando compro un cd, quei pochi che mi posso permettere, ogni volta è una novità, non conta quando è stato pubblicato. Ma ti dirò di più, la stessa cosa vale anche per quelli che magari possiedo da tempo e ho già ascoltato cento volte, perché è la mia percezione di essi a mutare in continuazione.
Che disco porteresti con te su un'isola deserta?
Non vorrei nessun disco, bensì il canto di una donna.
E nella sala d'aspetto del dentista?
Lì direi che va bene il frastuono superficiale di qualsiasi radio commerciale italiana. Perciò, un'opportunità sprecata. E, incredibile ma vero, dai dentisti spesso proprio quella si ascolta. Beata vita di superficie!
Guido Siliotto

mercoledì 7 marzo 2012

Dente

Che disco stai ascoltando in questo periodo?
Il mio preferito in questo momento è “Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale”, il nuovo cd dei Calibro 35, una band che ha ridato vita non solo a un genere, quello delle colonne sonore del cinema poliziesco italiano degli anni '70, ma a tutto un modo di fare musica che sembrava perduto.
Cosa deve avere un disco per conquistarti?
Inventiva, melodia e sincerità.
Ne compri molti oppure li scarichi da Internet?
Ho provato a scaricare, ma mi sono accorto che sul computer poi non li ascolto. Preferisco curiosare nei negozi o ai mercatini dell'usato, subisco ancora il fascino dell'oggetto, specialmente il vinile.
Ti piace scoprire le novità o preferisci restare sui classici?
Compro e ascolto di più i classici, forse perché le novità interessanti sono numericamente inferiori a tutto ciò che c'è da riscoprire.
Qual è il disco che ti porteresti su un'isola deserta?
“Anima Latina” di Lucio Battisti.
E nella sala d'aspetto del dentista?
Niente, non mi piace ascoltare la musica con le cuffiette. Nelle sale d'aspetto aspetto e basta.
Guido Siliotto

martedì 28 febbraio 2012

Calibro 35

Un titolo bianco su sfondo nero: "Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale". Si chiama così il terzo album in studio dei Calibro 35, con il quale la band è tornata sul luogo del delitto: dieci pezzi nuovi, tra cui due cover (Ennio Morricone e Piero Piccioni) per questa formazione unica per la capacità di attualizzare il tipico suono delle colonne sonore del nostro cinema poliziottesco degli anni settanta. Un disco registrato a Brooklyn in soli cinque giorni, dotato di una grande carica, tra psichedelia, funk e indovinati inserti melodici. "L'idea del titolo del cd ci è venuta guardando il capolavoro di Elio Petri "Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" ed è perfetto per descrivere il disco nuovo", spiega Tommaso Colliva, produttore ed ideatore del progetto. "Durante le registrazioni a NewYork ci siamo immaginati storie, atmosfere e situazioni che sarebbero potute accadere solo nella Grande Mela e poi abbiamo cercato di descriverle con la musica, come se si trattasse di un film".
Rispetto ai dischi precedenti, dove reinterpretavate brani più o meno celebri, ora quasi tutti i brani sono composti da voi. Vi siete dunque appropriati di quel linguaggio musicale.
Comporre musica nuova è molto stimolante, ma ci piace anche mischiare vecchio e nuovo, originale ed edito. Se poi ci si confronta con maestri come Piccioni, Umiliani, Morricone e Bacalov direi che si è in buona compagnia. Ovviamente ora abbiamo cinque anni di storia come gruppo, per cui viene anche molto più facile sviluppare insieme idee e spunti musicali.
Com'è nato questo nuovo cd?
La realizzazione di questo disco è stata, sinceramente, un po' un azzardo. Abbiamo deciso di chiuderci in studio a New York per cinque giorni e sapevamo che dovevamo uscirne con un disco. Non volevamo perdere la freschezza che guadagni quando hai tempi forzati, ma non avevamo molto chiaro quello che sarebbe potuto succedere. Abbiamo selezionato un po' di idee prima di entrare in studio: riff, temi, ritmi e via dicendo, ma credo che onestamente nessuno di noi si sarebbe mai immaginato che saremmo riusciti a fare tutto questo.
Il pezzo nasce sempre dall'improvvisazione?
Dipende. Alcuni brani nascono più di getto, altri invece sono costruiti a partire da idee più strutturate che ognuno di noi può portare. In questo disco, ad esempio, "Uh Ah Brr", "Il Pacco" e "La banda del BBQ" nascono dal plettro di Massimo Martellotta, "Arrivederci e Grazie" è invece un'idea del bassista Luca Cavina, mentre "Pioggia e cemento" è stata strutturata da Enrico Gabrielli. Poi ogni brano viene ampiamente rielaborato con il contributo di tutti, altrimenti il divertimento dove va a finire?
State avendo buoni consensi anche all'estero.
È vero, ma c'è ancora tanto lavoro da fare. L'Europa è molto difficile da approcciare, ci sono tante nazioni, ognuna con le sue peculiarità, mentre gli Stati Uniti sono geograficamente molto lontani e riusciamo ad andarci molto meno di quanto vorremmo. Per ora ci concentreremo sull'Italia, suoneremo un po' nel vecchio continente in primavera, mentre gli States dovranno aspettare l'autunno.
Guido Siliotto

lunedì 13 febbraio 2012

Bugo

Di questi tempi che musica stai ascoltando?
Uno dei miei album preferiti del momento è l'ottimo “Velociraptor!” dei Kasabian. In realtà non sono un ascoltatore poi così vorace, dipende un po' dalle circostanze, se c'è qualcosa che attira la mia attenzione. Il più delle volte mi faccio guidare dal caso. Non riservo invece grosso credito alle recensioni, che comunque non mi vincolano mai nelle mie scelte.
Quale formato preferisci?
Non faccio nessuna differenza tra cd e vinile, se è questo che intendi. A me interessa la musica, le canzoni, non tanto il supporto. Ad ogni modo, ormai la musica che ascolto è tutta nell'hard disk del mio computer.
Meglio le novità o i classici?
Anche qui, dipende. Mi piace sia seguire le novità che riscoprire vecchi dischi.
Ma se dovessi scegliere un disco da portare su un'isola deserta, quale sceglieresti?
Senz'altro una bella compilation di rock'n'roll anni cinquanta.
E nella sala d'aspetto del dentista?
Oh, lì va bene quello che mettono normalmente. Un po' di musica classica.
Guido Siliotto

giovedì 9 febbraio 2012

Leonard Cohen

Leonard Cohen
“Old Ideas”
Sony
Il ritorno sulle scene di qualche anno fa, motivato da un tracollo finanziario per il quale dobbiamo ringraziare – si fa per dire – il suo commercialista, ha dato nuova linfa all'ispirazione di Leonard Cohen e “Old Ideas”, il suo album numero tredici (se non contiamo quelli dal vivo) ne è il tanto atteso frutto, otto anni dopo il precedente “Dear Heather”. Avvistato per ben due volte dal vivo in Toscana - nel 2008 a Lucca per il Summer Festival e nel 2010 in Piazza Santa Croce a Firenze -, il cantautore canadese è apparso in ottima forma, nonostante la veneranda età che ormai volge verso i 78 anni. Del resto stiamo parlando dell'artista pop col maggior numero di capolavori in repertorio: si perdoni la faziosità, ma questo è il livello dell'opera di Leonard Cohen, senza considerare poesie e romanzi. Non contano dunque i riconoscimenti di una lunga carriera, i fan che lo adorano e gli artisti che fanno la fila per ammettere quanto sia stato importante per loro, giacché questo disco, che riconoscimenti ancora non ne ha ricevuti e quindi il presente, non solo il passato, conferma in maniera eclatante la statura di questo artista immenso. Una recensione, di fronte a siffatto gigante, è davvero poca cosa. Può essere utile per indirizzare all'acquisto, non certo per dare un giudizio. E allora, sia chiaro che tornano qui, come sempre, i temi cari alla sua poetica: spiritualità e passione terrena. C'è stavolta anche un comprensibile sguardo insistito nei confronti della morte, ma sereno. Eppure tutto rimane sempre difficile da interpretare fino in fondo, le facce di un diamante talmente sfaccettato da accecare un qualsiasi osservatore. Basti ricordare che l'ultima biografia uscita in Italia, quella di Ira B. Nadel, si chiama “Una vita di Leonard Cohen”: perchè sarebbe velleitario fornire un'unica interpretazione del suo genio poetico. E di questi fenomeni ne capitano pochi: come lui Bob Dylan, Piero Ciampi e pochi, pochissimi altri. Certo, questo è pur sempre un disco di canzoni: belle, malinconiche, soffuse, perse tra blues fumosi e nel contrasto tra la voce di Cohen ed eteree voci femminili. Potremmo soffermarci a tessere le lodi di questo o quel brano, profetizzandone magari la statura di futuro classico, e sottolineare la bravura dei musicisti che lo accompagnano con maestria e discrezione, e invece ci limitiamo stavolta a restare incantati da quella voce, calda, segnata da tanti amori e tante sigarette e da una vicenda artistica unica e irripetibile.

Guido Siliotto

lunedì 30 gennaio 2012

Rella The Woodcutter

Rella The Woodcutter, “The Golden Undertow”, Boring Machines
Si muove tra folk, blues e psichedelia il buon Rella The Woodcutter, che con “The Golden Undertow”, pubblicato in sole 300 copie in vinile da Boring Machines, così da alimentare il culto e tentazioni e collezionistiche, arriva al terzo album sulla lunga distanza, dopo il già ottimo ep dell'anno scorso. Voce dolente, pochi strumenti, registrazione casalinga, tanta atmosfera: un disco magnetico, con almeno un paio di pezzi di serie A, “Bonobo” e la conclusiva “Drugtime Family”, in odore di Velvet Underground.
Guido Siliotto

sabato 28 gennaio 2012

Federico Fiumani

Federico Fumani - Intervista
“C'è stato un tempo dove i miei migliori amici erano i Ramones, ed ogni loro nuovo disco era una festa”. Canta così Federico Fiumani in uno dei brani più intensi dell'ultimo album targato Diaframma, “Niente di serio”, uscito proprio in questi giorni. Del resto il musicista fiorentino non ha mai nascosto le proprie passioni da ascoltatore vorace, che lo costringevano, nei suoi “anni verdi di orgogliosa solitudine”, a passare le giornate nell'angusto negozietto di dischi fiorentino Contempo. Proprio da lì sarebbe nata una delle più belle pagine del rock italiano, quella della new wave, di cui proprio i Diaframma erano una delle formazioni di punta, assieme ai Litfiba.
"Compro ancora molti dischi", ammette, "anche se non con quella costanza che avevo negli anni ottanta. Allora c'era solo il vinile, che continuo a preferire per la bellezza impareggiabile della confezione, anche se il cd, lo ammetto, è assai più pratico".
Cosa stai ascoltando in questo periodo?
"Beh, il mio nuovo album lo ascolto spesso, devo ammettere. Un album recente che mi ha colpito parecchio è “Helplessness Blues” dei Fleet Foxes. E poi ci sono tanti dischi del passato che non mi stanco di ascoltare".
Nel tuo lettore ci sono più novità o classici?
"Sicuramente i classici. Tra l'altro da qualche tempo ne stanno ristampando parecchi e sempre con edizioni rimasterizzate e ricche di brani in più, rari o inediti. Al momento sono alla ricerca della ristampa di “Psychocandy”, il primo album dei Jesus and Mary Chain, che è uscito con tanto di dvd allegato".
Ma se ti dovessi portare un solo disco su un'isola deserta, quale sceglieresti ?
"Non ho dubbi: “Marquee Moon” dei Television".
Guido Siliotto

Max Ionata Organ 3 + Fabrizio Bosso

Max Ionata Organ 3 + Fabrizio Bosso, “Coffe Time”, Albòre
Torna il sassofonista Max Ionata col suo gruppo composto da Luca Mannutza all'organo, Lorenzo Tucci alla batteria e Fabrizio Bosso alla tromba con un nuovo cd, “Coffe Time”, degna prosecuzione del precedente “Inspiration” come viaggio nel sound tipico di certe formazioni della seconda metà degli anni sessanta. Una riuscita miscela di jazz, soul e funk, con qualche composizione originale e alcune stuzzicanti cover (Miles Davis, Gorni Kramer e Prince). Traccia dopo traccia, il piacere di suonare stimola un contagioso piacere all'ascolto.
Guido Siliotto