“Hangover The Top”
Africantape
Se cercate un disco che non lascia un attimo di respiro e che sia inclassificabile, ricco di idee, forsennato, ecco che questa band di Montpellier potrebbe fare al caso vostro. I Marvin arrivano al secondo cd e si presentano con un armamentario che fa paura: sono solo in tre, ma picchiano sodo e non stanno mai fermi. Macinano gli stili di riferimento, sconvolgono le coordinate come una bussola impazzita e, soprattutto, hanno l'aria di divertirsi un mondo. Usano il vocoder sulla voce e tastiere e sintetizzatori, ma non c'è l'elettronica alla base del loro suono. Anzi, potremmo definirlo un gruppo noise, se non fosse che anche l'heavy metal fa parte delle possibili direzioni in cui si muove qualcuna delle loro canzoni. E che dire di certe parentesi chiaramente kraute? E di quelle geometrie ardite e complesse che fanno tanto math-rock? E, come se non bastasse, eccoli cimentarsi in chiusura di cd con una cover di Brian Eno. Ora, se tutto fosse a fuoco, questi tre francesi sarebbero dei geni. Ovviamente non è così: la perfezione è lontana, gli eccessi sono sempre dietro l'angolo. Ma che disco!
Guido Siliotto
Se cercate un disco che non lascia un attimo di respiro e che sia inclassificabile, ricco di idee, forsennato, ecco che questa band di Montpellier potrebbe fare al caso vostro. I Marvin arrivano al secondo cd e si presentano con un armamentario che fa paura: sono solo in tre, ma picchiano sodo e non stanno mai fermi. Macinano gli stili di riferimento, sconvolgono le coordinate come una bussola impazzita e, soprattutto, hanno l'aria di divertirsi un mondo. Usano il vocoder sulla voce e tastiere e sintetizzatori, ma non c'è l'elettronica alla base del loro suono. Anzi, potremmo definirlo un gruppo noise, se non fosse che anche l'heavy metal fa parte delle possibili direzioni in cui si muove qualcuna delle loro canzoni. E che dire di certe parentesi chiaramente kraute? E di quelle geometrie ardite e complesse che fanno tanto math-rock? E, come se non bastasse, eccoli cimentarsi in chiusura di cd con una cover di Brian Eno. Ora, se tutto fosse a fuoco, questi tre francesi sarebbero dei geni. Ovviamente non è così: la perfezione è lontana, gli eccessi sono sempre dietro l'angolo. Ma che disco!
Guido Siliotto
Nessun commento:
Posta un commento