“Chàsm Achanés”
Boring Machines
Arrivano dalla fertile Bologna per un progetto denominato Chàsm Achanés. Tutto ruota intorno ad una certa idea di sperimentazione piuttosto radicale: Luciano Maggiore e Francesco Brasini si sono incontrati in studio di registrazione e in un'unica sessione hanno tirato fuori questo disco all'insegna della più ostica drone music, realizzata attraverso l'uso di nastri e dispositivi elettronici (Maggiore) e chitarre elettriche autocostruite (Brasini), con l'aiuto di Mattia Dallara al mixer. L'opera è, dichiaratamente, una meditazione sullo scorrere del tempo attraverso la ripetizione in chiave minimalista. Piccoli dettagli e variazioni a tratti quasi impercettibili confondono l'incedere inesorabile della composizione. Nessuno dei due musicisti coinvolti è un pivello, entrambi hanno alle spalle varie esperienze musicali e non solo (Luciano Maggiore è anche un film-maker). Naturalmente l'ascolto richiede un'attenzione particolare e il sottotitolo “Huge Abyss” basta a suggerire che non si tratta di un passatempo. Un plauso a Boring Machines, ancora e sempre “in difesa della musica noiosa”.
Guido Siliotto
Arrivano dalla fertile Bologna per un progetto denominato Chàsm Achanés. Tutto ruota intorno ad una certa idea di sperimentazione piuttosto radicale: Luciano Maggiore e Francesco Brasini si sono incontrati in studio di registrazione e in un'unica sessione hanno tirato fuori questo disco all'insegna della più ostica drone music, realizzata attraverso l'uso di nastri e dispositivi elettronici (Maggiore) e chitarre elettriche autocostruite (Brasini), con l'aiuto di Mattia Dallara al mixer. L'opera è, dichiaratamente, una meditazione sullo scorrere del tempo attraverso la ripetizione in chiave minimalista. Piccoli dettagli e variazioni a tratti quasi impercettibili confondono l'incedere inesorabile della composizione. Nessuno dei due musicisti coinvolti è un pivello, entrambi hanno alle spalle varie esperienze musicali e non solo (Luciano Maggiore è anche un film-maker). Naturalmente l'ascolto richiede un'attenzione particolare e il sottotitolo “Huge Abyss” basta a suggerire che non si tratta di un passatempo. Un plauso a Boring Machines, ancora e sempre “in difesa della musica noiosa”.
Guido Siliotto
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