“Bar-Bari”
Wallace
Continua il viaggio de L'Enfance Rouge. Si perdoni la retorica, ma di viaggio si deve parlare, non solo perché, come tutti gli altri album della band, anche questo porta come titolo un possibile itinerario, punto di partenza una città pugliese, con l'arrivo verso il Montenegro, ma anche perchè proprio il viaggio è da sempre l'ispirazione principale per il trio, un percorso geografico che è pure musicale, sempre alla ricerca di nuove sonorità, oltre che esistenziale. Dopo quella meraviglia che fu “Trapani – Halq Al Waady”, disco dalla bellezza quasi sorprendente nella capacità di mescolare rock e musica di stampo mediterraneo, stavolta la musica di François R. Cambuzat (voce, chitarra), Chiara Locardi (voce, basso) e Jacopo Andreini (batteria, ottoni) – oltre l’amico Bertrand Cantat (Noir Désir), invitato a suonare sul brano “Vengadores” - si fa più diretta. Sempre pulsante ed energico, il suono è coinvolgente e senza compromessi, per un disco che segue con coerenza quel percorso anche fortemente politico intrapreso dal lontano 1993.
Guido Siliotto
Continua il viaggio de L'Enfance Rouge. Si perdoni la retorica, ma di viaggio si deve parlare, non solo perché, come tutti gli altri album della band, anche questo porta come titolo un possibile itinerario, punto di partenza una città pugliese, con l'arrivo verso il Montenegro, ma anche perchè proprio il viaggio è da sempre l'ispirazione principale per il trio, un percorso geografico che è pure musicale, sempre alla ricerca di nuove sonorità, oltre che esistenziale. Dopo quella meraviglia che fu “Trapani – Halq Al Waady”, disco dalla bellezza quasi sorprendente nella capacità di mescolare rock e musica di stampo mediterraneo, stavolta la musica di François R. Cambuzat (voce, chitarra), Chiara Locardi (voce, basso) e Jacopo Andreini (batteria, ottoni) – oltre l’amico Bertrand Cantat (Noir Désir), invitato a suonare sul brano “Vengadores” - si fa più diretta. Sempre pulsante ed energico, il suono è coinvolgente e senza compromessi, per un disco che segue con coerenza quel percorso anche fortemente politico intrapreso dal lontano 1993.
Guido Siliotto
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