“20Ten”
NPG
Prince è tornato e lo ha fatto, come al solito, a modo suo. “Internet è finito,” ha tuonato “non vedo perché dovrei dare la mia musica ad iTunes, visto che non mi paga in anticipo”. E così, deciso a sorpassare la Rete, oltre che le odiate case discografiche, ha pensato – come già per “Planet Earth” - di far uscire il suo nuovo cd in allegato ad alcune riviste europee - Italia esclusa, purtroppo. Del resto, se Internet è in grado di rendere disponibile, gratis e illegalmente, ogni nota che viene pubblicata oggigiorno, compresa la sua, tanto vale fare un bel regalo ai fan, oltre che una mossa pubblicitaria niente male. E, perché no, puntare sui concerti, che Prince ha tenuto in giro per il nostro continente durante l'estate (Italia esclusa, ancora una volta), anche se poi la scaletta era per lo più incentrata sui vecchi brani più celebri. “20Ten” - composto, suonato e prodotto tutto da Prince - è comunque un'ottima raccolta di canzoni, che guarda un po' al passato e un po' al presente, muovendosi agilmente, come solo il genietto di Minneapolis è capace di fare, tra i mille rivoli della black music, il tutto in una sintesi che resta, nonostante gli anni, un invidiabile marchio di fabbrica. Domina la componente funky, ma ci sono molte derive soul, fin dal brano d'apertura, “Compassion”, qualche pezzo lento (“Future Soul Song”) e incursioni hip-hop, come nella conclusiva secret-track “Laydown” dove il musicista di Minneapolis ironicamente conia per sé un nuovo epiteto, citando Guerre Stellari per autoproclamarsi nientemeno che “The purple Yoda”. Ad ogni modo, sebbene non al livello dei suoi album più classici, “20Ten” è senza dubbio un ottimo ascolto, sebbene confermi la sensazione che sarà difficile potersi attendere in futuro grosse novità dalla musica di Prince.
Prince è tornato e lo ha fatto, come al solito, a modo suo. “Internet è finito,” ha tuonato “non vedo perché dovrei dare la mia musica ad iTunes, visto che non mi paga in anticipo”. E così, deciso a sorpassare la Rete, oltre che le odiate case discografiche, ha pensato – come già per “Planet Earth” - di far uscire il suo nuovo cd in allegato ad alcune riviste europee - Italia esclusa, purtroppo. Del resto, se Internet è in grado di rendere disponibile, gratis e illegalmente, ogni nota che viene pubblicata oggigiorno, compresa la sua, tanto vale fare un bel regalo ai fan, oltre che una mossa pubblicitaria niente male. E, perché no, puntare sui concerti, che Prince ha tenuto in giro per il nostro continente durante l'estate (Italia esclusa, ancora una volta), anche se poi la scaletta era per lo più incentrata sui vecchi brani più celebri. “20Ten” - composto, suonato e prodotto tutto da Prince - è comunque un'ottima raccolta di canzoni, che guarda un po' al passato e un po' al presente, muovendosi agilmente, come solo il genietto di Minneapolis è capace di fare, tra i mille rivoli della black music, il tutto in una sintesi che resta, nonostante gli anni, un invidiabile marchio di fabbrica. Domina la componente funky, ma ci sono molte derive soul, fin dal brano d'apertura, “Compassion”, qualche pezzo lento (“Future Soul Song”) e incursioni hip-hop, come nella conclusiva secret-track “Laydown” dove il musicista di Minneapolis ironicamente conia per sé un nuovo epiteto, citando Guerre Stellari per autoproclamarsi nientemeno che “The purple Yoda”. Ad ogni modo, sebbene non al livello dei suoi album più classici, “20Ten” è senza dubbio un ottimo ascolto, sebbene confermi la sensazione che sarà difficile potersi attendere in futuro grosse novità dalla musica di Prince.
Guido Siliotto
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