“Le biciclette bianche. La mia musica e gli anni sessanta”
Odoya, pp. 286, euro 18
Joe Boyd è stato un protagonista degli anni sessanta – periodo che lui racchiude tra due date: l'estate del '56 e l'ottobre del '73, con l'apice nel luglio '67 con l'esibizione dei Tomorrow all'UFO di Londra. Tour manager di Muddy Waters, produttore di Nick Drake, Pink Floyd e Fairport Convention, Boyd è il classico personaggio senza il cui lavoro, seppure lontano dai riflettori, forse le cose sarebbero andate diversamente. Con “Le biciclette bianche. La mia musica e gli anni sessanta” non può fare altro che procedere come si fa con un'autobiografia, raccontando le cose fatte e vissute. Fatto sta che, parlando di sé, parla di un mondo magico e irripetibile, pieno di musica, creatività, case discografiche a caccia di talenti, grandi concerti e artisti unici.
Guido Siliotto
Joe Boyd è stato un protagonista degli anni sessanta – periodo che lui racchiude tra due date: l'estate del '56 e l'ottobre del '73, con l'apice nel luglio '67 con l'esibizione dei Tomorrow all'UFO di Londra. Tour manager di Muddy Waters, produttore di Nick Drake, Pink Floyd e Fairport Convention, Boyd è il classico personaggio senza il cui lavoro, seppure lontano dai riflettori, forse le cose sarebbero andate diversamente. Con “Le biciclette bianche. La mia musica e gli anni sessanta” non può fare altro che procedere come si fa con un'autobiografia, raccontando le cose fatte e vissute. Fatto sta che, parlando di sé, parla di un mondo magico e irripetibile, pieno di musica, creatività, case discografiche a caccia di talenti, grandi concerti e artisti unici.
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