martedì 26 gennaio 2010

Georges Brassens

Georges Brassens
“Le strade che non portano a Roma. Riflessioni e massime di un libertario”
Coniglio, pp. 96, euro 10
Era l'autore preferito da De André, che ne tradusse in italiano alcune tra le più celebri delle canzoni (come “Il gorilla” e “Marcia nuziale”): Georges Brassens, poeta e musicista, è stato una delle voci più autentiche degli ideali anarchici e libertari del novecento, non a caso definito come “un poeta che scende in piazza come si scende in una sommossa”. Questo volumetto edito da Coniglio per la collana “Baguettes”, dedicata agli autori un po' scomodi e folli, contiene una serie di pensieri, spunti e riflessioni sui più diversi argomenti: gli ideali, la fede, l'amore, la poesia, la musica. Una ricerca tra appunti, interviste e quant'altro per un ritratto inevitabilmente frammentario, che ci dice quanto istintivo e azzardato fosse il suo pensiero, convinto che “è più difficile piacere a dieci spiriti distinti che a diecimila creduloni imbecilli”.
Guido Siliotto

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