Paolo Parisi, “Coltrane”, Black Velvet, pp. 128, euro 13
Non era facile l'impresa per Paolo Parisi, poliziano, classe 1980, specie per gli obiettivi che s'era preposto. Da un lato, seguendo la biografia scritta da Lewis Porter, tracciare un percorso lungo la vita del grande John Coltrane. Dall'altro, cercare attraverso il fumetto di evocarne la musica. Divisa in quattro capitoli (sulla falsariga di “A Love Supreme”, il più celebre album del sassofonista), la storia non segue un percorso lineare, bensì procede avanti e indietro, senza negarsi sussulti e scatti improvvisi, per raccontare l'infanzia, il razzismo, la spiritualità, i colleghi, le donne. Bianco, nero e grigio i colori della tavolozza per un tratto scarno ed essenziale. Non una lettura facile, ma di quelle che impongono vari passaggi per la piena soddisfazione.
Guido Siliotto
Non era facile l'impresa per Paolo Parisi, poliziano, classe 1980, specie per gli obiettivi che s'era preposto. Da un lato, seguendo la biografia scritta da Lewis Porter, tracciare un percorso lungo la vita del grande John Coltrane. Dall'altro, cercare attraverso il fumetto di evocarne la musica. Divisa in quattro capitoli (sulla falsariga di “A Love Supreme”, il più celebre album del sassofonista), la storia non segue un percorso lineare, bensì procede avanti e indietro, senza negarsi sussulti e scatti improvvisi, per raccontare l'infanzia, il razzismo, la spiritualità, i colleghi, le donne. Bianco, nero e grigio i colori della tavolozza per un tratto scarno ed essenziale. Non una lettura facile, ma di quelle che impongono vari passaggi per la piena soddisfazione.
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