Julie Doucet, “My New York Diary”, Purple Press, pp. 112, b/n, euro 13,90
Non aspettatevi una panoramica della scintillante Grande Mela anni novanta. La New York di Julie Doucet è fatta di interni: stanze fatiscenti, letti sfatti, disordine. E poi droghe, epilessia, insicurezza cronica. E, infine, un amore impossibile: soffocante e opprimente. Con questi ingredienti ne poteva venire fuori un drammone maudit e invece l'autrice canadese racconta semplicemente - in bianco e nero (più nero che bianco, per la verità) - tutta la verità, solo qualche omissione ogni tanto (come confessa nell'intervista alla fine del volume). Nelle pagine del suo diario, con acuta ironia e un pizzico di sarcasmo, le quotidiane, piccole difficoltà di una ragazza particolarmente sensibile. Dopo il successo di questo lavoro, finalmente disponibile in Italia grazie a Purple Press, la Doucet ha ben presto deciso di abbandonare il fumetto e dedicarsi all'arte contemporanea.
Guido Siliotto
Non aspettatevi una panoramica della scintillante Grande Mela anni novanta. La New York di Julie Doucet è fatta di interni: stanze fatiscenti, letti sfatti, disordine. E poi droghe, epilessia, insicurezza cronica. E, infine, un amore impossibile: soffocante e opprimente. Con questi ingredienti ne poteva venire fuori un drammone maudit e invece l'autrice canadese racconta semplicemente - in bianco e nero (più nero che bianco, per la verità) - tutta la verità, solo qualche omissione ogni tanto (come confessa nell'intervista alla fine del volume). Nelle pagine del suo diario, con acuta ironia e un pizzico di sarcasmo, le quotidiane, piccole difficoltà di una ragazza particolarmente sensibile. Dopo il successo di questo lavoro, finalmente disponibile in Italia grazie a Purple Press, la Doucet ha ben presto deciso di abbandonare il fumetto e dedicarsi all'arte contemporanea.
Guido Siliotto
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