Si tratti o no di una coincidenza, fatto sta che i nuovi dischi di Primus e Red Hot Chili Peppers sono usciti praticamente assieme, per un nuovo confronto a distanza fra le due band che forse più di tutte hanno rappresentato quella scena che, negli anni novanta, ha saputo mettere insieme funk e rock in una sintesi che ha fatto impazzire milioni di appassionati in tutti il mondo. Il nuovo parto del trio – nella formazione originale composta da Les Claypool (basso e voce), Larry LaLonde (chitarra) e Jay Lane (batteria) - esce a distanza di dodici anni dal predecessore “Antipop” e la pubblicazione avviene in maniera del tutto indipendente, con l'etichetta personale del trio (Prawn Song). Un segno dei tempi, forse. Ad ogni modo, ciò che conta di più è la qualità sonora di questo “Green Naugathyde”, di sicuro una prova molto buona da parte di questi vecchietti terribili, che magari non sconvolgerà la vita di nessuno – come invece accadde con certe pietre miliari del loro passato – ma che mostra una invidiabile freschezza di ispirazione, oltre alla solita, mostruosa perizia tecnica. Pur nella grande varietà di guizzi stilistici - com'è nella tradizione di un gruppo che ha sempre seguito gli insegnamenti di un certo Frank Zappa in fatto di alchimie sonore -, è sempre il funk a farla da padrone. Forse vanno un po' controcorrente, come quei salmoni protagonisti di uno dei brani meglio riusciti dell'intera raccolta (“Last Salmon Man”), ma di questi tempi, visto che lo spazio che fin troppo spesso si tende a concedere anche ai più pallidi imitatori, tanto vale stavolta rivolgersi agli originali.
Guido Siliotto
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