“Divertimento Für Tenorsaxophon Und Kleines Ensemble”
Alien Transistor
Per l'etichetta con base a Monaco fondata nel 2003 da Micha e Markus Acher (meglio noti per la militanza in The Notwist), già scuderia di Console, 13&God e Chronomad, esce ora un nuovo album realizzato da una coppia di musicisti non proprio inedita. Alien Transistor dà infatti alle stampe il frutto della nuova collaborazione tra il polistrumentista Carl Oesterhelt e il sassofonista Johannes Enders, già compagni d'avventura nei Tied & Tickled Trio. Per chi ha una certa dimestichezza col post-rock anni novanta e con le varie commistioni tra jazz, rock ed elettronica, si tratta di nomi che rappresentano una buona garanzia di qualità. E infatti anche questo “Divertimento Für Tenorsaxophon Und Kleines Ensemble” non delude affatto le aspettative. Come d'abitudine, nonostante il titolo altisonante e pur non proponendo i due musicisti nulla di nuovo né di particolarmente spericolato, si tratta di una godibilissima raccolta di brani di media lunghezza dove il jazz è abilmente sporcato con le più svariate suggestioni.
Guido Siliotto
Per l'etichetta con base a Monaco fondata nel 2003 da Micha e Markus Acher (meglio noti per la militanza in The Notwist), già scuderia di Console, 13&God e Chronomad, esce ora un nuovo album realizzato da una coppia di musicisti non proprio inedita. Alien Transistor dà infatti alle stampe il frutto della nuova collaborazione tra il polistrumentista Carl Oesterhelt e il sassofonista Johannes Enders, già compagni d'avventura nei Tied & Tickled Trio. Per chi ha una certa dimestichezza col post-rock anni novanta e con le varie commistioni tra jazz, rock ed elettronica, si tratta di nomi che rappresentano una buona garanzia di qualità. E infatti anche questo “Divertimento Für Tenorsaxophon Und Kleines Ensemble” non delude affatto le aspettative. Come d'abitudine, nonostante il titolo altisonante e pur non proponendo i due musicisti nulla di nuovo né di particolarmente spericolato, si tratta di una godibilissima raccolta di brani di media lunghezza dove il jazz è abilmente sporcato con le più svariate suggestioni.
Guido Siliotto
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