Vonneumann, “Il de' metallo”, Ebria
Nel contesto dell'annosa quanto complessa ed irrisolta questione circa i rapporti tra composizione e improvvisazione, che spesso s'intrecciano e si confondono, ecco che i vonneumann, da sempre impegnati a dirimere la matassa, tentano la carta della soluzione estrema: anziché fare un disco che metta d'accordo entrambe le istanze, perchè non farne due, uno d'improvvisazione e l'altro di vere e proprie canzoni? Quello che abbiamo tra le mani, “Il de' metallo”, risponde alla prima delle due esigenze ed è, infatti, disco dove i musicisti sono entrati in studio senza neppure sapere cosa avrebbero poi suonato, salvo le aspettative che ciascuno riponeva nell'ormai decennale reciproca frequentazione. Ad ogni modo, la tendenza è stata quella di impegnarsi a trovare un'intesa, mettendo al centro un giro di basso o un qualsiasi altro appiglio, su cui poi intessere le proprie tele. La libertà espressiva, spinta al massimo, diventa impossibile da incatenare e l'ascolto si fa attento, ma oltremodo stimolante e avventuroso. A questo punto, grande attesa per “Il de' blues”, l'album di canzoni – ma sarà poi vero? - in uscita a breve.
Guido Siliotto
Nel contesto dell'annosa quanto complessa ed irrisolta questione circa i rapporti tra composizione e improvvisazione, che spesso s'intrecciano e si confondono, ecco che i vonneumann, da sempre impegnati a dirimere la matassa, tentano la carta della soluzione estrema: anziché fare un disco che metta d'accordo entrambe le istanze, perchè non farne due, uno d'improvvisazione e l'altro di vere e proprie canzoni? Quello che abbiamo tra le mani, “Il de' metallo”, risponde alla prima delle due esigenze ed è, infatti, disco dove i musicisti sono entrati in studio senza neppure sapere cosa avrebbero poi suonato, salvo le aspettative che ciascuno riponeva nell'ormai decennale reciproca frequentazione. Ad ogni modo, la tendenza è stata quella di impegnarsi a trovare un'intesa, mettendo al centro un giro di basso o un qualsiasi altro appiglio, su cui poi intessere le proprie tele. La libertà espressiva, spinta al massimo, diventa impossibile da incatenare e l'ascolto si fa attento, ma oltremodo stimolante e avventuroso. A questo punto, grande attesa per “Il de' blues”, l'album di canzoni – ma sarà poi vero? - in uscita a breve.
Guido Siliotto
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