“Our Inventions”
Morr Music
Li avevamo lasciati cinque anni fa con “Faking The Books”, punto d'arrivo di un percorso che aveva portato i Lali Puna, dall'esordio alla fine degli anni novanta, ad essere una delle più rinomate band tra quelle capaci di coniugare in maniera personale l'elettronica con l'indie-pop, con risultati straordinari. Li ritroviamo ora, sempre con l'etichetta che li ha lanciati, Morr Music, sinonimo anch'essa di un suono ben preciso, ormai impresso nell'immaginario degli appassionati. Fin dalle prime note di “Our Intentions”, con l'inconfondibile voce di Valerie Trebeljahr e il sempre efficace lavoro della band, guidata al solito dall'ex The Notwist Markus Acher, si capisce chiaramente che ben poco è cambiato. Una constatazione che potrebbe apparire negativa - e in parte lo è -, ma di fronte a un'opera così sofisticata, capace ancora una volta di mostrare il volto umano dell'elettronica ("The birds in the trees/Singing our mobile melodies/What a sweet, sweet world", cantano nel brano eponimo) e canzoni che colpiscono al cuore, con una vena compositiva che non appare appannata, non si può che mettere da parte qualsiasi perplessità.
Guido Siliotto
Li avevamo lasciati cinque anni fa con “Faking The Books”, punto d'arrivo di un percorso che aveva portato i Lali Puna, dall'esordio alla fine degli anni novanta, ad essere una delle più rinomate band tra quelle capaci di coniugare in maniera personale l'elettronica con l'indie-pop, con risultati straordinari. Li ritroviamo ora, sempre con l'etichetta che li ha lanciati, Morr Music, sinonimo anch'essa di un suono ben preciso, ormai impresso nell'immaginario degli appassionati. Fin dalle prime note di “Our Intentions”, con l'inconfondibile voce di Valerie Trebeljahr e il sempre efficace lavoro della band, guidata al solito dall'ex The Notwist Markus Acher, si capisce chiaramente che ben poco è cambiato. Una constatazione che potrebbe apparire negativa - e in parte lo è -, ma di fronte a un'opera così sofisticata, capace ancora una volta di mostrare il volto umano dell'elettronica ("The birds in the trees/Singing our mobile melodies/What a sweet, sweet world", cantano nel brano eponimo) e canzoni che colpiscono al cuore, con una vena compositiva che non appare appannata, non si può che mettere da parte qualsiasi perplessità.
Guido Siliotto
Nessun commento:
Posta un commento