“Squarcicatrici”
Wallace / Frigorifero / Burp / San Giuseppe
Secondo album per Squarcicatrici, uno dei mille progetti di Jacopo Andreini (Enfance Rouge, Jealousy Party, Ronin, Nando Meet Corrosion e Bz Bz Ueu, per dirne alcuni). Il polistrumentista toscano, per chi ha avuto modo nel corso degli anni di seguirne le gesta, è uno che non si tira indietro davanti a nulla – una volta si definì “l'uomo che suona tutto ed è ovunque”. E però, se puoi trovarlo a pestare i tamburi in un combo rock o a soffiare nel sax in un ensemble free-jazz, la sua aspirazione sembra essere quella di andare in giro per il mondo in un solo disco, mescolando le più disparate sonorità. Allora è proprio con Squarcicatrici che il sogno diventa realtà e l'idea si materializza alla perfezione: coadiuvato da una nutrita schiera di compagni d'avventura, eccolo mettere assieme 13 brani che sono Africa, Balcani, Mediterraneo e quant'altro in una botta sola. Ma ciò che colpisce, a parte la qualità, è che si tratta di un disco che non solo non delude i palati più esigenti, ma potrebbe pure conquistare chi, questa roba, non la vorrebbe neppure come sottofondo. Potenza della (buona) musica.
Guido Siliotto
Secondo album per Squarcicatrici, uno dei mille progetti di Jacopo Andreini (Enfance Rouge, Jealousy Party, Ronin, Nando Meet Corrosion e Bz Bz Ueu, per dirne alcuni). Il polistrumentista toscano, per chi ha avuto modo nel corso degli anni di seguirne le gesta, è uno che non si tira indietro davanti a nulla – una volta si definì “l'uomo che suona tutto ed è ovunque”. E però, se puoi trovarlo a pestare i tamburi in un combo rock o a soffiare nel sax in un ensemble free-jazz, la sua aspirazione sembra essere quella di andare in giro per il mondo in un solo disco, mescolando le più disparate sonorità. Allora è proprio con Squarcicatrici che il sogno diventa realtà e l'idea si materializza alla perfezione: coadiuvato da una nutrita schiera di compagni d'avventura, eccolo mettere assieme 13 brani che sono Africa, Balcani, Mediterraneo e quant'altro in una botta sola. Ma ciò che colpisce, a parte la qualità, è che si tratta di un disco che non solo non delude i palati più esigenti, ma potrebbe pure conquistare chi, questa roba, non la vorrebbe neppure come sottofondo. Potenza della (buona) musica.
Guido Siliotto
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