“The Shoreditch Concert”
Amirani
Le note di copertina ci informano, attraverso la penna di Dario Palermo, che i musicisti hanno dovuto combattere con l'acustica della St. Leonard Church, chiesa londinese situata nel quartiere di Shoreditch. Un luogo che possiamo immaginare particolarmente suggestivo per un concerto, che però si rivela ostile. Ma pare che proprio queste difficoltà, incrementando il dovere di concentrazione, abbiano contribuito non poco all'intensità del risultato. C'è da crederci. Ad ogni modo, per ciò che ci interessa, l'ascolto di questo album firmato da un quartetto d'eccezione conferma la qualità delle produzioni dell'etichetta Amirani Records, qui a una delle sue uscite migliori. Hannah Marshall al violoncello, Nicola Guazzaloca al piano, Gianni Mimmo al sax soprano e Leila Adu alla voce sono gli artefici di queste cinque tracce il cui filo conduttore è una improvvisazione di grande livello emotivo. Versatili e comunicativi, i quattro si dimostrano tanto creativi, quanto realmente capaci di coinvolgere, con esecuzioni di grande spessore. Disco che richiede, all'ascolto, almeno la concentrazione che i quattro hanno dovuto mettere nel suonare, ma si tratta di una dolce fatica, davvero ben ripagata.
Guido Siliotto
Le note di copertina ci informano, attraverso la penna di Dario Palermo, che i musicisti hanno dovuto combattere con l'acustica della St. Leonard Church, chiesa londinese situata nel quartiere di Shoreditch. Un luogo che possiamo immaginare particolarmente suggestivo per un concerto, che però si rivela ostile. Ma pare che proprio queste difficoltà, incrementando il dovere di concentrazione, abbiano contribuito non poco all'intensità del risultato. C'è da crederci. Ad ogni modo, per ciò che ci interessa, l'ascolto di questo album firmato da un quartetto d'eccezione conferma la qualità delle produzioni dell'etichetta Amirani Records, qui a una delle sue uscite migliori. Hannah Marshall al violoncello, Nicola Guazzaloca al piano, Gianni Mimmo al sax soprano e Leila Adu alla voce sono gli artefici di queste cinque tracce il cui filo conduttore è una improvvisazione di grande livello emotivo. Versatili e comunicativi, i quattro si dimostrano tanto creativi, quanto realmente capaci di coinvolgere, con esecuzioni di grande spessore. Disco che richiede, all'ascolto, almeno la concentrazione che i quattro hanno dovuto mettere nel suonare, ma si tratta di una dolce fatica, davvero ben ripagata.
Guido Siliotto
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