giovedì 2 aprile 2009


Charles Burns, “Big Baby”, Coconino Press, pp. 96, € 15
Il suo nome resta indissolubilmente legato alla musica, per aver lavorato alla fanzine e a molte copertine di dischi della storica etichetta grunge Sub Pop. Charles Burns è uno dei grandi maestri del fumetto americano, un artista che in quasi trent'anni di carriera si è imposto col suo stile inconfondibile, caratterizzato da un forte contrasto fra bianco e nero e figlio della cultura pop, con un immaginario che spazia tra horror, fantascienza e letteratura pulp. Dopo aver pubblicato in Italia “Black Hole”, Coconino Press propone “Big Baby”, ovvero le vicende di Tony Delmonte, tipico adolescente timido dalla vita apparentemente normale, che si ritrova invischiato in una crudele realtà che sembra un incubo e viceversa. Con luciferina ironia, Burns ci ricorda quanto sia difficile essere un teen ager.
Guido Siliotto
The Shipwreck Bag Show, “Il tempo... tra le nostre mani, scoppiaaaaaaaaa!”, Wallace / Long Song / Phonometak
Quando, tempo fa, uscì il mini-cd firmato The Shipwreck Bag Show, non ci furono dubbi che si trattasse di una delle migliori uscite di Wallace Mail Series. Un disco che metteva insieme le anime inquiete di Xabier Iriondo e Roberto Bertacchini, il primo creativissimo agitatore dell'underground italico, perso tra mille progetti, e il secondo anima ritmica di Starfuckers / Sinistri. Un binomio dal quale potevano venir fuori solo meraviglie. E, infatti, rieccoli con questo “Il tempo... tra le nostre mani, scoppiaaaaaaaaa!”, finalmente album sulla lunga distanza e, finalmente, prova in cui il duo si confronta con la forma-canzone. Naturalmente, con una prospettiva tutta personale. Iriondo, che già con l'altro progetto Polvere s'è messo in testa di indagare sulle radici del blues, qui affronta la sfida da una nuova prospettiva. Sebbene sia sempre musica evocativa, stavolta il ritmo è protagonista. Del resto, non poteva essere altrimenti, giacché gli strumenti obsoleti di Xabier e le sue rifiniture elettroniche sono qui assecondate dall'inconfondibile incedere zoppicante dei tamburi percossi dal Bertacchini. Un'idea intrigante e un'intesa perfetta, un disco a fuoco e bellissimo.
Guido Siliotto

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