“Le ragazze nello studio di Munari”
Black Velvet, pp. 242, b/n e colori, euro 19
Fabio, il protagonista de “Le ragazze nello studio di Munari”, il nuovo bellissimo graphic novel firmato da Alessandro Baronciani, è un giovane libraio con varie passioni, fra le quali quella per le donne, tanto da ritrovarsi a vivere contemporaneamente tre storie d'amore. La fine di questi rapporti gli consente di ripensare alla propria vita, una sorta di bilancio degli affetti. I pensieri di Fabio sono l'occasione per parlare anche del cinema francese e di Antonioni, oltre che di letteratura e fumetti, ma soprattutto dell'arte e delle intuizioni di Bruno Munari. Baronciani è grafico pubblicitario e il suo stile essenziale è efficacissimo: a un testo ricco di pensieri, sensazioni e annotazioni si accompagna un tratto pulito, nitido, bianco e nero rigoroso, che però viene di tanto in tanto tradito da qualche pagina di colore, ma anche da altre trovate: una pecora lanosa, una porta con l'occhio, un bigliettino in una mano, fogli di carta trasparente per simulare l'effetto della nebbia. Insomma, un'esperienza tattile oltre che visiva.
Guido Siliotto
Fabio, il protagonista de “Le ragazze nello studio di Munari”, il nuovo bellissimo graphic novel firmato da Alessandro Baronciani, è un giovane libraio con varie passioni, fra le quali quella per le donne, tanto da ritrovarsi a vivere contemporaneamente tre storie d'amore. La fine di questi rapporti gli consente di ripensare alla propria vita, una sorta di bilancio degli affetti. I pensieri di Fabio sono l'occasione per parlare anche del cinema francese e di Antonioni, oltre che di letteratura e fumetti, ma soprattutto dell'arte e delle intuizioni di Bruno Munari. Baronciani è grafico pubblicitario e il suo stile essenziale è efficacissimo: a un testo ricco di pensieri, sensazioni e annotazioni si accompagna un tratto pulito, nitido, bianco e nero rigoroso, che però viene di tanto in tanto tradito da qualche pagina di colore, ma anche da altre trovate: una pecora lanosa, una porta con l'occhio, un bigliettino in una mano, fogli di carta trasparente per simulare l'effetto della nebbia. Insomma, un'esperienza tattile oltre che visiva.
Guido Siliotto
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