“The Carpenter”
Boring Machines / Wallace
Facile associare il nome di Claudio Rocchetti al noise e ai maltrattamenti sonori, visto il curriculum. L'uso di computer, registratori e giradischi per estrapolarne clangori, distorsioni e interferenze spesso urticanti ne segna in maniera indelebile il percorso artistico, sia da solo che nei tanti progetti e collaborazioni che lo vedono coinvolto, da 3/4 Had Been Eliminated a Olyvetty e In Zaire. Stavolta però il ragazzo cerca di proporsi in maniera differente, accentuando la componente meditativa, con l'idea che non solo il rumore sa essere foriero di forti emozioni. Ecco allora comparire, accanto ai soliti field recording e ai detriti analogici e digitali, strumenti come un violoncello, un'arpa, una chitarra e un contrabbasso, oltre alla voce umana, quella di Margaret Kammerer. L'incipit è autobiografico (“Anna” è dedicata alla nonna) e, c'è da crederci, tutto l'album si gioca sul filo della memoria e dell'esperienza personale, fino al tributo a Mendelssohn. Nei risultati, un lavoro complesso ma affascinante.
Guido Siliotto
Facile associare il nome di Claudio Rocchetti al noise e ai maltrattamenti sonori, visto il curriculum. L'uso di computer, registratori e giradischi per estrapolarne clangori, distorsioni e interferenze spesso urticanti ne segna in maniera indelebile il percorso artistico, sia da solo che nei tanti progetti e collaborazioni che lo vedono coinvolto, da 3/4 Had Been Eliminated a Olyvetty e In Zaire. Stavolta però il ragazzo cerca di proporsi in maniera differente, accentuando la componente meditativa, con l'idea che non solo il rumore sa essere foriero di forti emozioni. Ecco allora comparire, accanto ai soliti field recording e ai detriti analogici e digitali, strumenti come un violoncello, un'arpa, una chitarra e un contrabbasso, oltre alla voce umana, quella di Margaret Kammerer. L'incipit è autobiografico (“Anna” è dedicata alla nonna) e, c'è da crederci, tutto l'album si gioca sul filo della memoria e dell'esperienza personale, fino al tributo a Mendelssohn. Nei risultati, un lavoro complesso ma affascinante.
Guido Siliotto
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