“Tre”
Wallace
Il ritorno degli Uncode Duello è all'insegna dell'essenzialità. Sono solo in due, stavolta, Xabier Iriondo e Paolo Cantù, alle prese con gli strumenti martoriati che caratterizzano il suono di questa ennesima sfida. E in due parti si divide questo ep (pubblicato anche in vinile), solo ventitré minuti di musica, esigua durata che però basta per decretare la grandezza di questo nuovo lavoro. Nella prima parte domina una visione radicale, seguendo un'ottica che porta a considerare l'urgenza primordiale come una sorta di legge non scritta da seguire ad ogni costo. Per veicolare il messaggio, occorrono le parole di chi, in punto di morte, celebra l'irrinunciabile libertà (l'appassionata arringa dell'anarchico Vanzetti qui riprodotta ne “Le stesse cose che ho fatto”) e le parole di un poeta folle e geniale come Antonin Artaud (“Artaudelettrico”). La musica è di suoni portati all'eccesso, percussioni claustrofobiche, grumi elettrici e cupe distorsioni. La seconda parte del disco è invece il luogo per “Train Is The Place”, affascinante suite elettroacustica.
Guido Siliotto
Il ritorno degli Uncode Duello è all'insegna dell'essenzialità. Sono solo in due, stavolta, Xabier Iriondo e Paolo Cantù, alle prese con gli strumenti martoriati che caratterizzano il suono di questa ennesima sfida. E in due parti si divide questo ep (pubblicato anche in vinile), solo ventitré minuti di musica, esigua durata che però basta per decretare la grandezza di questo nuovo lavoro. Nella prima parte domina una visione radicale, seguendo un'ottica che porta a considerare l'urgenza primordiale come una sorta di legge non scritta da seguire ad ogni costo. Per veicolare il messaggio, occorrono le parole di chi, in punto di morte, celebra l'irrinunciabile libertà (l'appassionata arringa dell'anarchico Vanzetti qui riprodotta ne “Le stesse cose che ho fatto”) e le parole di un poeta folle e geniale come Antonin Artaud (“Artaudelettrico”). La musica è di suoni portati all'eccesso, percussioni claustrofobiche, grumi elettrici e cupe distorsioni. La seconda parte del disco è invece il luogo per “Train Is The Place”, affascinante suite elettroacustica.
Guido Siliotto
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