“Big Sexy Noise”
Sartorial
Lydia Lunch ha davvero bisogno di ben poche presentazioni. Musica, poesia, cinema: non ha mai avuto paura di confrontarsi con le più svariate forme d'arte, facendolo sempre e naturalmente a modo suo. Frequenta il rock dai tempi della no-wave, di cui fu giovanissima protagonista coi suoi Teenage Jesus and the Jerks, una delle quattro band presenti sulla leggendaria raccolta-manifesto “No New York”. Oggi, a distanza di tanti anni, non pone alcun freno alla sua creatività, come hanno dimostrato i concerti italiani di qualche mese fa, che avevano surriscaldato le aspettative per questo nuovo album, dal titolo più che adeguato alla sua personalità: “Big Sexy Noise”. Il ritorno avviene in compagnia dei tre Gallon Drunk James Johnston (chitarra), Terry Edwards (sax) e Ian White (batteria), che già l'avevano accompagnata durante l'ultimo tour e che sono stati anche qui capaci di portare a termine un ottimo lavoro. Il suono del disco è sporco, denso e sensuale, figlio dell'incontro tra un blues malato e un insano free-jazz. Su tutto, la voce di Lydia, cinica regina del rock'n'roll.
Guido Siliotto
Lydia Lunch ha davvero bisogno di ben poche presentazioni. Musica, poesia, cinema: non ha mai avuto paura di confrontarsi con le più svariate forme d'arte, facendolo sempre e naturalmente a modo suo. Frequenta il rock dai tempi della no-wave, di cui fu giovanissima protagonista coi suoi Teenage Jesus and the Jerks, una delle quattro band presenti sulla leggendaria raccolta-manifesto “No New York”. Oggi, a distanza di tanti anni, non pone alcun freno alla sua creatività, come hanno dimostrato i concerti italiani di qualche mese fa, che avevano surriscaldato le aspettative per questo nuovo album, dal titolo più che adeguato alla sua personalità: “Big Sexy Noise”. Il ritorno avviene in compagnia dei tre Gallon Drunk James Johnston (chitarra), Terry Edwards (sax) e Ian White (batteria), che già l'avevano accompagnata durante l'ultimo tour e che sono stati anche qui capaci di portare a termine un ottimo lavoro. Il suono del disco è sporco, denso e sensuale, figlio dell'incontro tra un blues malato e un insano free-jazz. Su tutto, la voce di Lydia, cinica regina del rock'n'roll.
Guido Siliotto
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