Hey!Tonal, “Hey!Tonal”, Africantape
Un tempo i musicisti si trovavano assieme e facevano una jam session. Oggi, sempre più spesso, si scambiano gli mp3 via Internet. Oppure, come in questo caso, si divertono a registrare ciascuno la propria parte, affinché vengano mixate una sull'altra fino a creare un brano vero e proprio. Se il risultato suona come questo cd, sarebbe assurdo protestare. Dunque, il progetto Hey!Tonal parte da Mitch Cheney e Alan Mills, che, dopo aver creato le basi grazie alle ritmiche del grande Kevin Shea (Storm & Stress, Talibam!), invitano Dave Davison (Maps & Atlases) e Theo Katsaounis (Joan of Arc, ZZZZ’s) a mettere sul piatto le proprie idee, coinvolgendo poi Kenseth Thibideau (Pinback) e Julien Fernandez (Passe Montagne, Chevreuil). Un ultimo tocco in cabina di regia e il gioco è fatto. Il risultato è ottimo, un grande esempio di post-math-rock strumentale basato sul ritmo, la batteria prima di tutto, con gli altri strumenti impegnati ad assecondarne e/o contrastarne le gesta. Chitarre affilate, distorsioni, funambolici equilibrismi, un mucchio di idee, esaltanti alchimie. Ancora un'uscita coi fiocchi (nei negozi a maggio) per la giovane ma promettente etichetta Africantape.
Guido Siliotto
Un tempo i musicisti si trovavano assieme e facevano una jam session. Oggi, sempre più spesso, si scambiano gli mp3 via Internet. Oppure, come in questo caso, si divertono a registrare ciascuno la propria parte, affinché vengano mixate una sull'altra fino a creare un brano vero e proprio. Se il risultato suona come questo cd, sarebbe assurdo protestare. Dunque, il progetto Hey!Tonal parte da Mitch Cheney e Alan Mills, che, dopo aver creato le basi grazie alle ritmiche del grande Kevin Shea (Storm & Stress, Talibam!), invitano Dave Davison (Maps & Atlases) e Theo Katsaounis (Joan of Arc, ZZZZ’s) a mettere sul piatto le proprie idee, coinvolgendo poi Kenseth Thibideau (Pinback) e Julien Fernandez (Passe Montagne, Chevreuil). Un ultimo tocco in cabina di regia e il gioco è fatto. Il risultato è ottimo, un grande esempio di post-math-rock strumentale basato sul ritmo, la batteria prima di tutto, con gli altri strumenti impegnati ad assecondarne e/o contrastarne le gesta. Chitarre affilate, distorsioni, funambolici equilibrismi, un mucchio di idee, esaltanti alchimie. Ancora un'uscita coi fiocchi (nei negozi a maggio) per la giovane ma promettente etichetta Africantape.
Guido Siliotto
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