venerdì 18 maggio 2012

Alexander Robotnick

Con brani come “Problèmes d’amour” è uno dei padri del versante più underground dell’italo-disco che impazzò negli anni ottanta, ma anche raffinato produttore ambient e molto altro: il fiorentino Alexander Robotnick (alias Maurizio Dami) continua a fare il dj in giro per il mondo e a produrre buona musica.
Di cosa ti stai occupando in questo periodo?
Principalmente di due cose. Anzi tutto i "Robotnick's Archives": Ogni mese pubblico un EP digitale di brani inediti recuperati dai miei archivi trentennali. Tutto il materiale viene sottoposto ad un nuovo missaggio. E poi The Analog Session, il progetto di Alexander Robotnick e Ludus Pinsky basato sull'improvvisazione elettronica eseguita su synths analogici vintage. Abbiamo appena finito una nuova sessione. Nuovi video appariranno su Youtube entro l'estate. Il nuovo album è per settembre prossimo.
Che dischi stai ascoltando in questo periodo?
Sto ascoltando e suonando nei miei dj-set materiale di giovani produttori New Disco (o Nu-Disco, se preferite) come Heion, The Robot Scientists, Lukatron, Avanti, Things Happen e molti altri. La loro musica non è una novità assoluta, però è fresca, la puoi ballare ma anche ascoltare.
Cosa deve avere un disco per conquistarti?
Deve avere qualcosa che non conosco già, cosa piuttosto difficile data la mia età e il periodo che stiamo vivendo, non troppo creativo.
Come avviene il tuo rifornimento di musica?
Compro dai 10 ai 20 brani al mese. Da qualche anno li compro/scarico da internet. Lo faccio perchè è più pratico, perdo meno tempo e non rischio di farmi sfuggire qualcosa di importante. I negozi di dischi orientati sul DJ service sono diminuiti drasticamente in favore di quelli per collezionisti (cosa che io non sono).
Ma cos'è meglio: cd, vinile o mp3?
A mio parere nessuno dei tre ha un vero futuro. Il futuro sarà probabilmente il cloud. Se sei sempre collegato non c'è più ragione di scaricare la musica sul tuo hard-disk. Il vinile poi sta diventando una merce di lusso, molto richiesta in questo momento più per il gusto di possedere un oggetto esclusivo che per il suo uso pratico. Un po' come è successo per gli orologi. Non c'è più nessuna ragione pratica per indossare un orologio meccanico al polso, ma i rolex vanno ancora a ruba. Il CD è il più disprezzato oggi, ma a mio parere è tuttora un supporto valido: è pratico, forse un po' ingombrante ma non troppo ed è comunque un oggetto materiale che in teoria puoi rivendere, al contrario degli mp3. Ma non usatelo in macchina: il cambio di CD è causa di incidenti stradali.
Qual è il disco che ti porteresti su un'isola deserta?
Ahi ahi, questa è la domanda che non amo. Un cofanetto con le opere di Wagner, per qualche mese sono a posto poi spero vengano a salvarmi.
E nella sala d'aspetto del dentista?
Musica classica indiana, come Hariprasad Chaurasia o Bhimsen Joshi.
Guido Siliotto

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