venerdì 19 ottobre 2012

Andrea Bruno / Vasco Brondi

Andrea Bruno / Vasco Brondi
"Come Le Strisce Che Lasciano Gli Aerei"
Coconino Press, pp. 96, euro 16
Tre personaggi che si muovono in una città cupa e fredda e in un'Italia che non sa dare un futuro - ma neppure un presente - ai propri ragazzi e a quanti arrivano con la speranza di trovare qualcosa di diverso, un'opportunità. Lei è Micol, capelli rossi, pony-express, poi c'è Rashid, immigrato nordafricano con la maglia della nazionale italiana e infine Rico, ladro di rame. Punto d'incontro uno squallido phone center, ma anche stanze in affitto, case occupate, una rivendita di kebab, mentre in cielo gli aerei lasciano una scia che testimonia l'ansia di muoversi e invita a partire, andare lontano. "Con tutto il casino che io ho fatto per arrivare qui, tu te ne vai?" dice Rashid a Micol quando lei gli annuncia l'intenzione di provare una via di fuga. C'è la pioggia, c'è la droga, c'è la polizia e c'è perfino il tentativo di un amore che però fallisce perchè è persino difficile trovare un posto dove stare insieme a leggere "I sotterranei" di Kerouac. "Come le strisce che lasciano gli aerei" (Coconino Press, pp. 96, euro 16) è una storia raccontata con dialoghi scarni, ma incisivi, da Vasco Brondi, cantore dei ventenni come Le luci della centrale elettrica (la copertina del suo primo album era un disegno di Gipi), e il bravo Andrea Bruno, talentuoso disegnatore tra i fondatori di Canicola, che utilizza il colore per macchiare il grigiore della città e degli interni, così come i volti dei protagonisti.
Guido Siliotto

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