mercoledì 8 luglio 2009

Paolo Spaccamonti

Paolo Spaccamonti, “Undici pezzi facili”, Bosco
È un disco affascinante questo realizzato dall'esordiente Paolo Spaccamonti, un nome che però ben poco s'addice alle note contenute in “Undici pezzi facili”. No, davvero. La musica di Spaccamonti nasce dalle sue chitarre, protagoniste assolute di ogni brano, elettriche od acustiche. L'atmosfera cambia traccia dopo traccia, ma c'è sempre una certa voglia d'essere riflessivo, intimo, non incline ai colpi di teatro. Le cose procedono con grande naturalezza, anche se c'è un grande lavoro di stratificazioni in questi undici gioielli strumentali. Bene quando fa tutto da solo, come nell'introduttiva “Camicia gialla, cravatta nera” (forse quelle indossate nel ritratto all'interno del cd, che lo vede seduto su una panchina, da solo a testa bassa) e nelle tre parti di “Fine della fiera”, ancora meglio quando si avvale di alcuni ospiti: Ezra per i battiti dell'ottima “Vertigo”, incline all'elettronica, il violoncello di Beatrice Zanin e Paola Secci in “Tex” e nella conclusiva, languida “Lamento”, fino alle manipolazioni in “Soli tutti” realizzate da Daniele Brusaschetto, che ha registrato e prodotto il cd e che ringraziamo per averlo fatto uscire per la propria etichetta.
Guido Siliotto

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